
Continua a crescere, sul totale dei redditi da fabbricati, sia il numero delle locazioni abitative a canone agevolato (che dà la possibilità di pagare una cedolare secca Irpef del 21%) sia, percentualmente ancora di più, il numero delle locazioni a canone concordato, che possono essere stipulate solo nei comuni ad alta densità abitativa. Quest’ultimo infatti prevede il pagamento dell’Irpef con cedolare secca del 10%, oltre a una riduzione dell’Imu sull’immobile locato. I dati del Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia e delle Finanze, allegati, evidenziano che l’imponibile degli immobili abitativi locati a canone agevolato è cresciuto in Umbria, rispetto all’imponibile totale del reddito da fabbricati, dal 25,3% dell’anno di imposta 2014 al 47,8% dell’anno di imposta 2021 (quindi relativo ai redditi dichiarati nel 2022). Crescita percentuale ancora più forte per il canone concordato, che fiscalmente è nettamente il più conveniente (ma, come detto, applicabile solo in determinati comuni e a condizione che in essi sia stato stipulato l’accordo territoriale), che passa dal 5,7% del 2014 al 25,1% del 2021, moltiplicando la propria quota di oltre 4,4 volte. Complessivamente, se si sommano gli imponibili da reddito di fabbricati interessati dal canone concordato più quello agevolato, si arriva nel 2021 a una percentuale del 72,9%, più che doppia rispetto a quella del 2014, quando era al 31%.
