REDAZIONE UMBRIA

"Il giudice è incompatibile" Concorsopoli, si ricomincia

Giangamboni firmò i decreti d’intercettazione nell’inchiesta sugli appalti in ospedale. Nuovo collegio per il maxi-processo. L’eccezione sollevata dall’avvocato Crisi

Si torna in aula il 26 ottobre e sarà il secondo collegio a giudicare gli imputati nel maxi-processo per Concorsopoli. Il presidente del tribunale ha deciso sull’incompatibilità della dottoressa Carla Giangamboni: è incompatibile nel ruolo di presidente del primo collegio del tribunale penale di Perugia in quanto, in qualità di gip, aveva firmato l’autorizzazione alle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti all’ospedale di Perugia, indagine dalla quale è nato il “filone“ di Concorsopoli.

La firma era stata apposta nel dicembre 2017, in una fase embrionale dell’inchiesta, ma questo è stato sufficiente a dichiarare l’incompatibilità della Giangamboni e il “passaggio“ del processo sui concorsi al Santa Maria della Misericordia al secodo collegio giudicante, presieduto da Marco Verola (Francesco Loschi e Sonia Grasso a latere). A sollevare l’eccezione in aula riguardo l’incompatibilità del giudice Giangamboni era stato l’avvocato Francesco Crisi, che assiste l’ex direttore amministrativo dell’ospedale di Perugia, Maurizio Valorosi, nell’ultima udienza prima della pausa estiva, alla fine del giugno scorso. Il legale aveva reso nota l’esistenza degli atti firmati da Giangamboni, al tempo all’Ufficio del GipGup, in sostituzione del giudice delle indagini preliminari, Valerio D’Andria, titolare del fascicolo. Giamgamboni, in quella sede, aveva quindi rimesso gli atti al presidente del tribunale che ieri ha reso nota la sua decisione. Lo stesso presidente, nel provvedimento, sottolinea che vengano "fatti salvi gli atti finora assunti".

Insomma, non è una “ripartenza“ vera e propria, non si riparte da zero. L’appuntamento ora è al Capitini, il 26 ottobre alle 9, nell’aula magna, perché lì si tengono le udienze visto il gran numero di persone coinvolte nel maxi processo: i trentadue imputati, i loro avvocati, le parti civili. Si ripartirà dall’utilizzo del trojan (un “virus“ che consente l’accesso da remoto ai dispositivi “infettati“ utilizzato nel corso delle indagini), dall’ammissione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Potrebbero essere riviste anche le liste dei testimoni e i colloqui “ascoltati“ dalle microspie piazzate dagli inquirenti. Manco a dirlo: sarà subito “battaglia“ tra gli avvocati delle difese, un vero e proprio “esercito“, e i sostituti procuratori Paolo Abbritti e Mario Formisano.

Sul banco degli imputati, con l’accusa di aver “pilotato“ i concorsi, ci sono politici (l’ex presidente della Regione, Catiuscia Marini, l’allora assessore alla Sanità, Luca Barberini, e l’ex sottosegretario all’Interno, Gianpiero Bocci) ed ex manager dell’azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Annalisa Angelici