Il giorno dei Ceri Mezzani. Gubbio torna ad accendersi per la corsa dei ragazzi

Oggi la festa dedicata ai giovani che rappresentano futuro e tradizione. Ciacci, Giombini e Sannipoli sono i tre Capodieci. Entusiasmo in città. .

Il giorno dei Ceri Mezzani. Gubbio torna ad accendersi per la corsa dei ragazzi

Il giorno dei Ceri Mezzani. Gubbio torna ad accendersi per la corsa dei ragazzi

Maggio è senza dubbio il mese più bello per gli eugubini. Per tanti motivi: dalla gioia generalizzata che contraddistingue la città ai tanti appuntamenti che permettono di scandire il passare del tempo con allegria e condivisione, passando per la bellezza oggettiva della città vestita a festa, tra stendardi, pennoni e imbandieramenti vari che abbelliscono e non poco una già stupenda città di pietra. Tutto, ovviamente, grazie all’euforia che la Festa dei Ceri porta con sé, che non si limita al semplice 15 maggio ma che si estende a tutto il mese, coinvolgendo uomini e donne di tutte le età. Così, dopo l’omaggio al Patrono, oggi anche i più giovani possono godersi una Festa dedicata esclusivamente ad essi, che si consuma come da tradizione la domenica successiva al 15 maggio.

Si tratta dei Ceri Mezzani, vissuti come una palestra per i ceraioli più giovani, in una sorta di avvicinamento generazionale alla Festa del 15 maggio. Le dinamiche non cambiano, ma si “ringiovaniscono”. I tre capodieci (Riccardo Ciacci per Sant’Ubaldo, Daniele Giombini per San Giorgio e Pietro Sannipoli per Sant’Antonio) e alfiere, trombettiere e capitani (rispettivamente Diego Biccheri, Alessandro Mercorella, Emanuele Fiordelli e Daniele Brunetti), sono tutti ragazzi giovani, che con il loro entusiasmo travolgente guidano i propri ceraioli dalle prime ore del mattino fino all’arrivo in Basilica in serata.

Rimangono, ovviamente, le disposizioni di sicurezza che erano valide anche per il 15 maggio e che verranno riproposte oggi; come ogni anno, si è tanto parlato dei 64 interventi sanitari effettuati dai punti medici avanzati allestiti in città (la maggior parte dei quali, è doveroso dirlo, di lieve entità) che hanno fatto scalpore. In primis, l’osservanza delle indicazioni di sicurezza – come il divieto di accesso a Piazza Grande ai minori di 12 anni o a soggetti cardiopatici o soggetti a stati d’ansia – permetterebbe passi in avanti, ma anche l’accettare il fatto che quella dei Ceri è una Festa per sua natura confusionaria e senza barriere, che può causare infortuni visto il caos che si genera tra le vie della città. Fare allarmismo è semplicemente deleterio per la città e per la Festa, oltre che per certi versi ipocrita. Sarebbe come andare a Pamplona e lamentarsi per il pericolo di essere incornati.