
Il Comitato "Non bruciamo il futuro" della Media Valle del Tevere si oppone alla costruzione di un nuovo inceneritore in Umbria, sottolineando l'importanza di soluzioni sostenibili per la gestione dei rifiuti.
TODI- Il Comitato "Non bruciamo il futuro" della Media Valle del Tevere, costituitosi sei mesi fa, invita tutti i Comuni e le Province dell’Umbria a prendere posizione sul Piano regionale di gestione dei rifiuti formalizzando il dissenso in merito alla costruzione di un nuovo inceneritore. Una lettera in cui si ribadiscono, a chiare note, le motivazioni che hanno spinto molti cittadini a fondare un Comitato. "La scelta di dare vita ad un Comitato – afferma Roberto Cerquaglia - è scaturita dalla necessità di opporsi a questo progetto che consideriamo inutile, dannoso e antieconomico. Riteniamo che il ciclo dei rifiuti debba essere chiuso con soluzioni che tutelino l’ambiente e la salute dei cittadini e che siano compatibili con l’impostazione della gestione dei rifiuti in Umbria caratterizzata, almeno in molte zone, da un grande impegno nella raccolta differenziata". Il Comitato ha sostenuto e sostiene chiunque si impegni per fermare la realizzazione dell’impianto, senza preclusioni politiche o ideologiche; nel mese di luglio, tuttavia, è stato pubblicato il bando Auri per la presentazione di progetti relativi alla costruzione dell’opera e il Comitato è fermamente convinto che vada assunta ogni iniziativa per fermare l’iter amministrativo in corso, anche in considerazione delle prospettive di diminuzione dei rifiuti non trattati e/o residuali, della decrescita della popolazione residente in Umbria, delle azioni di riciclo e riuso già in essere e delle tecnologie alternative già esistenti. "Vi è il concreto "rischio"- aggiunge - che da qui a breve, e comunque entro il periodo di esercizio dell’impianto, gli umbri saranno costretti a diminuire la raccolta differenziata o ad importare rifiuti da altre regioni per garantire un approvvigionamento annuo di circa 170.000 tonnellate all’anno. L’Umbria da sola, infatti, non supera le 130.000 tonnellate all’anno".
Susi Felceti