Tutti assolti, il “buco“ di bilancio si trasforma in un totale buco nell’acqua. Era il 2013 quando l’allora sindaco Daniele Benedetti dovette far fronte alla bufera del buco di bilancio, scatenata dal gruppo di opposizione, capitanato dal compianto Fabrizio Cardarelli, che successivamente è diventato sindaco di Spoleto. La vicenda coinvolse amministratori pubblici, dirigenti e funzionari comunali,ì finiti, a vario titolo, davanti alla Corte dei Conti e al Tribunale penale. Ebbene, dopo l’assoluzione dinnanzi alla magistratura contabile dell’ex sindaco Benedetti, dell’allora assessore al bilancio Paolo Proietti, di dirigenti e dipendenti comunali, oggi si è chiuso il secondo atto, quello della giustizia penale. La Corte d’Appello di Perugia ha ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti dell’ex direttore generale del Comune di Spoleto, Angelo Cerquiglini, dell’ex funzionario comunale Amedeo Santini e della dipendente Brunella Brunelli. Il Tribunale di Spoleto, infatti, aveva condannato i primi due a quattro anni di reclusione, mentre la terza ad un anno e sei mesi. I tre, a vario titolo, erano accusati di aver redatto e firmato documentazioni contabili falsi in materia di recupero dell’Ici e della tassa sui rifiuti, inserendo nel bilancio crediti inesigibili. “Il fatto non sussiste“ per la Corte d’Apppello. Decade quindi anche l’ultimo reato contestato, ovvero quello di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico e di conseguenza anche la provvisionale di 100mila euro decisa in primo grado di giudizio. Nel procedimento penale, il Comune di Spoleto si era costituito parte civile ed era rappresentato dall’avvocato Lorenzo Tizzi, che ha sposato la tesi della Procura ribadendo la colpevolezza degli imputati. La Corte però ha accolto le richieste dei legali difensori Libori e Calzoni per Cerquiglini, Tascini per Santini e Brunelli per Brunelli.
"La dottoressa Brunelli ha da sempre sostenuto la piena correttezza del suo operato per il Comune di Spoleto - commenta lo studio legale Brunelli - ha però dovuto rispondere di accuse, anche infamanti, che già il Tribunale aveva in gran parte escluso. Esprimo piena soddisfazione per questo risultato e sono sicuro che da oggi la mia assistita riacquisterà la serenità e la dignità che il processo sentiva averle tolto" Le motivazioni della sentenza sono attese entro sessanta giorni. A quel punto l’amministrazione comunale valuterà se ricorrere al terzo grado di giudizio.
Daniele Minni