
I seicento anni di Braccio. Montone celebra la storia
Seicento anni fa, sotto le mura dell’Aquila, Braccio Fortebracci, chiuso in un impenetrabile, orgoglioso mutismo, moriva a 56 anni circondato dai suoi nemici. Con lui scompariva quel grande sogno – pur solo in nuce – di una Italia unita che si realizzerà quattro secoli dopo. Ricordando la morte del condottiero, signore di Montone e di Perugia, il borgo arietano ne celebra la storia, i fasti, la gloria, il tempo. Sabato e domenica prossima un convegno di caratura nazionale dal titolo "Braccio 600. Capitani di ventura, armi, arti, crimini e cita di corte" ne analizzerà ne vita e le imprese, le strategie l’intuito politico e la capacità di governo, affidandosi a storici del calibro di Franco Cardini ed altri non meno illustri. Il convegno, organizzato dal Comune con il Dipartimento di Scienze giuridiche e sociali dell’Università "G. d’Annunzio" di Chieti-Pescara, la Deputazione storia patria, istituzioni e associazioni, si terrà a San Francesco alle 9.30. Ad aprirlo sarà Matteo Strukul, romanziere e sceneggiatore, Premio ’Bancarella’ 2017 con il libro ’I Medici’, che si soffermerà sui capitani di ventura ad Anghiari. Il professore Franco Cardini, notissimo medievista, parlerà di "Venturieri o condottieri? Etica, propaganda, imprenditoria". Tra i relatori Fabrizio Fornari, sociologo dell’Università "G. d’Annunzio" di Chieti-Pescara e Marcello Simonetta, storico di fama internazionale e autore di una trilogia sui Medici. Domenica nuovi approfondimenti su Braccio e le corti signorili. Sarà possibile partecipare ad eventi collaterali e ammirare per la prima volta l’unico ritratto del tempo del condottiero, proprietà della famiglia Lupattelli, presso il museo S. Francesco.
Pa.Ip.