Chiudono i negozi e si spengono le città. Già perché il caroenergia adesso mette il freno anche alle luci delle vetrine, “fari“ rassicuranti nelle notti dei centri storici. A Perugia c’è già chi taglia sui consumi. Succede nel salone di acconciature maschili di Girolamo Bianconi e Fausto Betti: niente più neon a sottolineare una presenza storica in piazza Danti, dove le luci delle vetrine davano calore e rischiaravano la piazza, soprattutto d’inverno, quando fa buio presto. "Da quando abbiamo ricevuto l’ultima bolletta della luce, 450 euro circa al mese, contro i 300 euro bimestrali - ammette Fausto - abbiamo deciso di tagliare sui consumi energetici. Come? Eliminando il superfluo. Così, una volta chiuso il negozio, spegniamo anche l’interruttore delle vetrine. Una volta i neon rimanevano accesi fino alle 3 di notte. Ora non è più possibile. Dispiace, perchè una luce accesa, non è solo una questione di immagine, ma anche il segnale di una presenza". Da Effegi adesso si sta più attenti anche dentro il negozio.
"Lo vede il camerino del servizio manicure? – indica Girolamo - Lì il faretto era sempre in funzione. Beh ora non più". Insomma toglie il sonno a tutti il caro energia: alle famiglie, sempre più preoccupate su come far quadrare i conti, ma anche alle aziende, alle prese con bollette impazzite che mettono a rischio gli equilibri di bilancio.
"Rispetto al mese di luglio del 2021 negozi, bar, ristoranti e alberghi hanno visto una bolletta più che triplicata. Serve immediatamente il tetto richiesto a livello europeo - proseguono i due artigiani - Le testimonianze e gli sfoghi che arrivano dai nostri clienti non lasciano dubbi: le tariffe sono aumentate in maniera esponenziale. Non è solo un’impressione. La situazione è grave: se per il momento si cercano soluzioni più o meno tampone, non è detto che con l’arrivo dell’inverno diventi insostenibile".
Silvia Angelici