"Guerra e rincari per l’energia Le imprese umbre in ginocchio"

I dati dello studio Sintesi: l’allarme di Cna. Un aggravio delle spese pari a circa 500 milioni

Migration

"Se il trend economico attuale dovesse rimanere costante, gli effetti sul Pil saranno drammatici e addirittura superiori a quelli inferti dalla pandemia". dati dell’indagine che Cna ha commissionato al centro studi Sintesi per verificare l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia e del conflitto in Ucraina sulle imprese umbre, parlano chiaro.

Quali le ripercussioni sull’Umbrisa? Che impatti ci dovremmo aspettare, visti anche gli anni di crisi che la Regione si porta sulle spalle?

"L’indagine – dichiara Alberto Cestari di Sintesi - ha permesso di appurare che l’energia elettrica è aumentata del 300% rispetto a un anno fa, passando da 62 a 248 euro al MWh. Se si continua su questa direzione, per le imprese umbre significherebbe un aumento dei costi di circa 1,2 miliardi di euro, di cui oltre 800milioni da parte del settore manifatturiero".

In Umbria si consumano ogni anno 5.307 GWh, il 76% dei quali da parte delle imprese. "Per quanto riguarda il gas, il cui consumo annuale in Umbria supera 1,1 milioni di metri cubi (la metà dalle imprese), il costo è addirittura aumentato del 417%, passando da 19 a 101 euro al mc. Anche in questo caso – prosegue Cestari - se la tendenza dovesse rimanere inalterata, per le imprese si tradurrebbe in un aggravio di spese pari a circa 500 milioni di euro rispetto all’anno precedente".

Export: la ricerca ha acceso i riflettori anche sui flussi produttivi diretti verso i aesi interessati dal conflitto in corso, stimando che circa il 3% dei prodotti regionali esportati annualmente era destinato all’Ucraina e alla Russia, per un valore di 135milioni di euro. "Per il 96% si tratta di prodotti del made in Italy – specifica Cestari -, in particolare moda (57%), macchinari (18%), agroalimentare (14%) e sistema casa (3%)". "Di fonte a una situazione così drammatica sono necessari interventi urgenti – prosegue Francesco Vestrelli, responsabile regionale di Cna produzione –. Dunque ecco le richieste della categoria: innanzitutto sollecitiamo l’adozione di incentivi per favorire l’efficientamento energetico degli immobili produttivi e per spingere le imprese all’autoproduzione di energia. Poi sono necessari sostegni che riguardino gli investimenti delle imprese, la ricerca di nuovi mercati e di nuovi prodotti, anche attraverso consulenze specialistiche nel caso delle piccole imprese, prive di strumenti interni per fare operazioni di questo tipo". Preoccupa anche la situaizone occupazionale, diretto corollario dell’andamento produttivo.

Silvia Angelici