REDAZIONE UMBRIA

Garante delle persone senza libertà. Proposta bocciata dal centrodestra

Orvieto, figura rivolta a malati e detenuti. "Incomprensibile il motivo per cui è stata respinta la mozione"

Daniele Di Loreto, della minoranza

Daniele Di Loreto, della minoranza

La maggioranza di centrodestra ha respinto in Consiglio comunale la proposta avanzata dall’esponente della minoranza Daniele Di Loreto di istituire la figura del garante comunale delle persone private della libertà personale. Si tratta di una funzione istituzionale territoriale, che ha come compito di garantire il rispetto dei diritti di tutti coloro che, a diverso titolo, si trovano nella condizione di privazione della libertà personale: i detenuti, le persone in stato di arresto, le persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio e quanti si trovano ricoverati in residenze sanitarie e sono spesso incapaci di intendere e di volere. "Incomprensibile il motivo per cui la sindaca Roberta Tardani ha respinto la mozione e sorprendente è stato il voto unanime della maggioranza. peccato, un’occasione persa per la città" è il commento di Di Loreto. Il garante ha ampi poteri: verifica le condizioni di trattamento, attiva le autorità competenti, interviene per la tutela delle persone. Il garante è un’istituzione nazionale che ha una rete presso Regioni, Province e Comuni. Sono 65 i Comuni che si sono dotati di questa figura, che in ambito comunale svolge spesso anche una funzione di sostegno alle politiche sociali. Il garante è nominato dal sindaco o dal Consiglio comunale, ha un mandato a termine, è una funzione gratuita ed è incompatibile con quella di consigliere comunale. La vicenda richiama d vicino quella relativa alla possibile istituzione di una Rems, ovvero una residenza collegata al penitenziario e destinata ad ospitare detenuti gravati da problemi psichiatrici. L’Umbria è tra le poche regioni che non dispongono di una struttura del genere, ma la disponibilità espressa a suo tempo dall’assessore regionale alla sanità Coletto di realizzarla ad Orvieto è stata respinta a priori dall’amministrazione Tardani.

Cla.Lat.