
PERUGIA
Sembrano ’figli’ dello stesso disgraziato destino e di una movida pericolosa capace di innescarsi da una parola sbagliata o da uno sguardo frainteso, i protagonisti della tragedia di Bastia Umbra. Filippo Limini Senapa, 24 anni, ’Filì’ per gli amici, padre italiano (poliziotto della Penitenziaria, ora in pensione) e madre albanese viveva a Pompagnano di Spoleto con i genitori e il fratello. Una bella famiglia, "ora distrutta dal dolore", un "ragazzo tranquillo" lo descrivono. Faceva parte di una squadra della corsa dei Vaporetti e lavorava come dipendente in un’azienda della zona. "Siamo scioccati, non sono cose accettabili", dice oggi Fabrizio Lucchetti, presidente della storica ‘Corsa’. Un’amica aggiunge su Fb: "Addio Filippo, sei un ragazzo d’oro e non meritavi una cosa schifosa così. Sono stata fiera di averti fatto da sponsor. Eri gentile, educato, una persona per bene". Lo strazio corre, come sempre sui social. "La famiglia vuole innanzitutto sapere cosa è accaduto e come sia morto" spiega l’avvocato Alberto Maria Onori che assiste i genitori. Profilo non troppo distante da quello di alcuni dei ragazzi arrestati: salvo uno, gli altri sono tutti incensurati.
Brendon Kosiqi, 19 anni, nato ad Assisi ma da genitori albanesi (difeso dagli avvocati Delfo Berretti e Aldo Poggioni) è il ragazzo che a bordo della Opel nera della madre ha investito Filippo. Si era da poco diplomato al liceo e non aveva nessuna grana con la giustizia. Vive con i genitori e lavora come cameriere in un ristorante della zona, oltre a dare una mano nell’attività del padre. Era lui il più spaventato e al pm Paolo Abbritti che l’ha interrogato nella caserma dei carabinieri sabato pomeriggio ha giurato di non aver voluto investire il ragazzo, anzi, ha aggiunto, che nella concitazione del momento, e mentre l’auto veniva assalita non si è nemmeno accorto di aver investito il corpo del ragazzo. Lui non lo aveva visto che l’amico (Denis) gli aveva dato un cazzotto e l’aveva lasciato immobile sul selciato. Lo avrebbe saputo all’alba. Quando i militari, dopo averlo fermato intorno alle 9 di sabato, lo hanno portato in ospedale aveva ancora alcol nel sangue, sintomo che alle 3 di notte era ubriaco. Anche lui è ferito: sul sopracciglio ha chiari segni di schiaffi e cazzotti inferti dal gruppo rivale. L’amico che si trovava con lui Kevin Malferteiner, nato a Tarquinia 24 anni fa ma residente a Bastia, ha già ben altro curriculum. Il 15 luglio aveva finito di scontare la pena (aveva un residuo con l’obbligo di dimora, ndr) per tentata estorsione e rapina per un fattaccio avvenuto nell’agosto del 2018 a Porto San Giorgio nelle Marche quando – secondo l’accusa – armato di pistola era salito sull’auto di un giovane, un ventenne di Fermo, lo aveva costretto a partire per rapinarlo, ma, quando lui aveva tentato di reagire, gli aveva sparato un colpo alla gamba. Difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni è lui il giovane seduto accanto al guidatore e ha raccontato di essere quando gli ‘spoletini’ avevano reagito al loro passaggio con l’auto ma poi di non essersi accorto che l’Opel aveva investito il corpo del ragazzo. Incensurato anche il terzo giovane del gruppo di Bastia: Denis Hajderllius, vent’anni non ancora compiuti. E’ lui ragazzo che avrebbe sferrato il cazzotto a Filippo durante l’aggressione alla vettura. Quando si è visto circondato, con i vetri che lo ferivano, non ci ha pensato due volte: è sceso e ha colpito il primo che gli si è parato davanti, Filippo appunto. E’ difeso dall’avvocato Federico Calzolari ed è l’unico che avrebbe visto tutta la scena dell’investimento. Domani mattina saranno interrogati dal gip Natalia Giubilei per la convalida dell’arresto.
Erika Pontini