REDAZIONE UMBRIA

Festival internazionale del giornalismo, Travaglio e le "post-verità" / TWITTER

Giornata ricca di temi caldi: si parlerà di Siria, Trump e "fake news"

La reponsabile del Festival del Giornalismo Arianna Ciccone

Perugia, 7 aprile 2017 -E’ il giorno di Marco Travaglio, al Festival del Giornalismo. Immancabile fin dalla prima edizione, nel lontano 2006, il giornalista-scrittore terrà banco stasera alle 21 nell’incontro-spettacolo «Post-verità e post-giornalismo», al Morlacchi con ingresso libero e prevedibile gran pienone. Il suo è l’appuntamento a maggior tasso d’attesa (d’interesse e, perché no, di polemiche) del cartellone odierno che schiera ben 76 iniziative.

Tra queste debuttano i «talk» di 17 minuti, mini-eventi affidati a personalità dei media molto diverse tra loro. Quattro in tutto, oggi i primi due: alle 11 alla Sala dei Notari Cameron Barr del Washington Post racconta «La verità e i ‘fatti alternativi’: la sfida al giornalismo del Presidente Trump» , introduce e modera Lucia Annunziata, a mezzogiorno si prosegue, sempre ai Notari, con «Tutti i segreti del News Feed» di Adam Mosseri, vice president of product Facebook. E ancora, oggi si parla di Yemen e del costo umano di una guerra dimenticata, la meno raccontata del Medio Oriente (alle 16 a Palazzo Graziani) mentre Craig Newmark, creatore di «Craigslist» il più famoso sito di annunci economici al mondo, racconta «Democrazia e media: riconquistare la fiducia dei cittadini», insieme a Mario Calabresi, alle 15 alla Sala dei Notari. Dove alle 18 c’è l’incontro sul «Perché non sconfiggiamo il califfato nero» con Corrado Formigli e Barbara Serra. E un’ora più tardi, un po’ di ironia con il dibattito di Lercio.it su «L’era della post-falsità».

Intanto, ieri, in una giornata dall’impronta internazionale, si è affrontato uno dei temi caldi di questa edizione, le fake news. Un no deciso arriva da Facebook: «Non vogliamo che la nostra piattaforma pubblichi informazioni false – ha detto Aine Kerr – perché questo va contro il nostro spirito, non vogliamo contenuti che ci danneggiano. Abbiamo responsabilità per il modo in cui si usa il social, ma tutti insieme dobbiamo trovare soluzioni con un approccio creativo ed innovativo» Al Festival c’era anche Eugenio Albamonte, neo-presidente dell’Associazione nazionale magistrati e punto di riferimento per il contrasto al crimine informatico. «Sono preoccupato quando sento vagheggiare sull’idea di autorità che possono selezionare per noi le informazioni vere e false. Questa strada ci può portare solo verso una informazione omologata» ha detto esortando a «educare le persone all’utilizzo di un più vasto patrimonio di informazioni rispetto al passato».

S.C.