Fatture inesistenti, commercialista sospeso

Sei imprenditori indagati dalla Guardia di Finanza: a loro carico un provvedimento di sequestro preventivo per 400mila euro

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Un amministratore unico morto. E da dieci anni. Una sede inesistente, una attività di cui si sarebbe state traccia unicamente nelle fatture emesse. Bilanci mai presentati, dichiarazioni dei redditi non pervenute da anni. E’ quanto accertato dalla Guardia di finanza nel corso dei controlli in un’azienda di Norcia, ritenuta una cartiera, buona per emettere fatture false e consentire di evadere l’Iva. Su richiesta della procura di Spoleto, il gip ha disposto l’applicazione della misura cautelare del divieto di esercizio della professione per 12 mesi nei confronti di un commercialista e il sequestro preventivo di oltre 400mila euro a sei imprenditori, accusati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento di documenti contabili. L’attività investigativa del comando provinciale della Guardia di finanza trae origine da una verifica fiscale eseguita dai militari della compagnia di Spoleto nei confronti di una società di trasporto merci, con sede a Norcia. Una società, rileva la Finanza, con elevati profili di rischio poiché che, da un decennio, non presentava dichiarazioni fiscali, non aveva lavoratori dipendenti né una sede operativa o una struttura aziendale. Ancora, nel periodo alla messa in liquidazione, si sarebbero susseguiti avvicendamenti nella carica di amministratore unico e cessioni di quote tra soggetti privi di disponibilità economiche e con precedenti penali specifici. Presunti prestanome, l’ultimo dei quali, appunto, un uomo che l’acquisto della società non avrebbe potuto farla, essendo morto da tempo.

La cartiera, secondo l’accusa, sarebbe stata utilizzata da imprese laziali e marchigiane per abbattere i costi e ridurre il carico fiscale. In questo contesto, particolare rilievo avrebbe assunto il commercialista, nel cui studio, in sede di perquisizione, sono stati rinvenuti alcuni bilanci della società cartiera (mai depositati e non esibiti in occasione dell’apertura della verifica fiscale), fatture ed altra documentazione attinente alla gestione, unitamente alla “Carta nazionale dei servizi delle Camere di Commercio“, con i relativi codici con cui, verosimilmente, il professionista avrebbe potuto effettuare transazioni telematiche in nome e per conto degli amministratori formalmente in carica.