Guardare negli occhi uno sconosciuto per un minuto: la terapia anti-smartphone

Perugia, l'esperimento per recuperare il contatto visivo con gli altri in un'epoca dominata dallo schermo del cellulare

7. In caso di dubbio chiamare il 112

7. In caso di dubbio chiamare il 112

Perugia, 5 maggio 2019 - Due sconosciuti che si guardano negli occhi per un minuto, senza parlare. Approda a Perugia l’esperimento sociale ispirato alla performance “The artist is present” di Marina Abramovic. L’idea, nata in Australia e testata in circa 200 città del mondo, punta a «riconnettere» le persone attraverso lo sguardo, in un’epoca che sembra aver azzerato il valore dell’incontro.

L’appuntamento è oggi alle 16.30 in piazza Matteotti, negli spazi del Bistrot. I partecipanti all’evento, patrocinato dall’Ordine degli Psicologi dell’Umbria, dovranno sedersi uno di fronte all’altro e incrociare i loro volti per 60 secondi, restando in silenzio.

«C’è chi sorride, chi si emoziona. Qualcuno si lascia andare a un abbraccio, ma nessuno si ritrae», racconta la psicologa e psicoterapeuta Monica Morelli, promotrice dell’iniziativa insieme alla collega Carola Sorrentino. Nell’era digitale occorre recuperare relazioni autentiche. Ecco perché si è deciso di organizzare anche in Umbria quello che in gergo si chiama “eye contact experiment”.

«Viviamo sempre connessi, ma abbiamo dimenticato – sottolineano le esperte – cosa vuol dire incontrare l’altro. Lo smartphone è sempre lì, pronto ad accoglierci in ogni momento. Entriamo in un bar, ordiniamo il caffè mentre mettiamo un altro like. È sempre più difficile che i nostri sguardi vaghino liberi alla ricerca di qualcosa o semplicemente osservando». Ciò non è sempre un male, ma ci allontana dalla quotidianità, dallo scambio di un gesto tangibile con chi abbiamo di fronte, dalla vita vera.

L’esperimento, gratuito e rivolto a persone di tutte le età, sarà una sorta di flash mob per liberare emozioni e sensazioni. L’indifferenza apatica è un male diffuso, colpisce giovani e adulti, e non risparmia le nostre città. Si salvano forse i piccoli centri, di cui l’Umbria è ricca: «Qui – conclude Morelli – la relazione tra le persone resiste ancora». Ma è vietato abbassare la guardia.

Chiara Santilli