"È stata stabilita la verità" Il papà di Alex commenta la condanna di Katalin

Vent’anni alla mamma accusata di aver ucciso il figlioletto di due anni. L’avvocato del genitore: "L’accusa ha retto, è omicidio premeditato".

"È stata stabilita la verità"  Il papà di Alex commenta  la condanna di Katalin

"È stata stabilita la verità" Il papà di Alex commenta la condanna di Katalin

"Una persona disturbata ha rapito mio figlio per ucciderlo. E’ stabilita la verità". Per Norbert Juhasz, papà del piccolo Alex assassinato dalla madre a Po’ Bandino il primo ottobre del 2021, la condanna a 20 anni di carcere dell’ex compagna Katalin Bradacs scaccia via il timore che il delitto resti impunito. Il vizio parziale di mente riconosciuto alla 45enne ungherese non è bastato (come aveva chiesto la difesa) a farla dichiarare non processabile e, se pure considerato prevalente sull’aggravante, il giudice ha ritenuto valida anche l’accusa di premeditazione delitto. Ma quando ieri la Corte d’assise di Perugia ha pronunciato il verdetto, al termine di circa tre ore di camera di consiglio, l’imputata non era lì ad attenderlo.

Aveva già fatto ritorno in carcere in mattinata, dopo l’ennesima sfuriata nel corso della requisitoria quando ha urlato "bugiarda" al sostituto procuratore Manuela Comodi che al termine della discussione aveva chiesto una condanna a 30 anni. Un processo scandito proprio dalle condotte in aula della donna più volte censurate dal giudice Carla Giangamboni costretta anche ad allontanarla nei mesi di udienze in cui la macchina della giustizia ha marciato spedita, al netto delle battaglie su perizie e controperizie psichiatriche richieste dalle parti.

"Ha retto l’accusa – il commento dell’avvocato di parte civile Massimiliano Scaringella –: è omicidio premeditato. Arrivare ad escludere totalmente il vizio di mente era praticamente impossibile. Un gesto di quella portata dei problemi psicologici non può non rilevarne". E infatti al termine della condanna in carcere Bradacs dovrà scontare anche ulteriori tre anni in una Rems perché considerata socialmente pericolosa. La Corte ha riconosciuto anche una provvisionale di 350 mila euro oltre al danno da liquidarsi in sede civile. Gli avvocati Enrico Renzoni e Luca Maori attendono le motivazioni della sentenza e si dicono già pronti al ricorso "perché – hanno sempre sostenuto – Bradacs è una donna che ha bisogno di cure. Amava il bambino e non gli avrebbe mai fatto del male: se lo ha fatto è per il disturbo dissociativo di cui soffre".

Sa.Mi.