
Progetto esecutivo entro la fine dell’anno in Comune, poi avvio dei cantieri nel 2021. E’ il cronoprogramma per la nuova vita dell’ex Alessi, lo stabile all’angolo tra piazza della Repubblica e via Gramsci, al quale sta lavorando Arci Umbria, dopo aver perfezionato l’acquisizione della struttura, che era soggetta ad una procedura fallimentare. Da qui, dunque, alcune lungaggini e complicazioni. La pare burocratica è però, ora, compiuta ed Arci ha potuto così proseguire lo studio e la progettazione della nuova vita della struttura. Il palazzo si svilupperà sul modello di ‘Umbrò’, la realtà perugina che unisce ristorazione e market a chilometri zero, oltre ad attività sociali e culturali.
"Abbiamo intenzione di procedere per stralci – spiega Franco Calzini, presidente di Arci Umbria – e stiamo subendo purtroppo qualche ritardo dovuto al Covid e alle restrizioni, perché molti nostri tecnici sono di fuori regione e quindi impossibilitati a raggiungerci. Complessivamente siamo però in una fase avanzata del progetto esecutivo, che potremmo presentare entro la fine dell’anno". L’idea sulla quale si sta lavorando è che la parte che affaccia su piazza della Repubblica "possa andare a valorizzare prodotti e produttori locali, come il format di Umbrò". Quindi un bar e un ristorante, ma anche una libreria. "Vogliamo instaurare, e abbiamo iniziato a farlo, una forte collaborazione con la territorialità. Abbiamo avviato importanti sinergia con realtà imprenditoriali del territorio che valorizzeranno il nostro progetto". Quanto alla parte che affaccia invece su via Gramsci, l’obiettivo è puntare su una vocazione più sociale e cultura, non dimenticando le peculiarità di Foligno che, sul tema, è da sempre una città particolarmente viva. "In quella parte saranno svolte attività socioculturali, una sala polifunzionale, un’aula studio. Abbiamo avviato un proficuo rapporto con l’Ente Giostra della Quintana, con la quale abbiamo intenzione di progettare interessanti attività". L’immobile è un patrimonio di prestigio. Una struttura che si estende dal cosiddetto ‘Palazzetto Orfini’, dove venne stampata la prima edizione della Divina commedia, fino a ridosso di via Gramsci. Un luogo che, negli anni in cui è rimasto chiuso, è stato anche al centro delle polemiche cittadine per il degrado.
Alessandro Orfei