Disabili, nuovi protocolli di accesso alle cure

Presentato all’Auditorium San Domenico il progetto ’’Aedo’’: previste procedure particolari per i pazienti ’non collaboranti’

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Garantire equi percorsi di accesso alle cure, anche per i pazienti con disabilità, comprese quelle definite ‘non collaboranti’. A questo punta il progetto Aedo (Accessibilità, appropriatezza ed efficacia per disabili in ospedale), presentato ufficialmente in un convegno all’Auditorium San Domenico, al quale hanno partecipato i vertici di Usl2 e dell’ospedale di Foligno, oltre alle tante associazioni che supportano il mondo della disabilità, ma anche il vescovo Domenico Sorrentino e la presidente dell’Osservatorio per le disabilità Paola Fioroni. Nello specifico, il progetto, voluto e predisposto dal dottor Lucio Patoia, direttore della Struttura complessa di Medicina interna del San Giovanni Battista, coinvolge tutte le specialità dell’ospedale di Foligno. Ognuna di queste ha predisposto protocolli particolari, anche avvalendosi della telemedicina, per andare incontro alle esigenze del paziente. Bisogni che sono stati evidenziati attraverso una fase di indagine con un questionario, sottoposto ai pazienti e alle famiglie di chi frequenta i Centri per disabili della regione, dal Serafico al Centro Speranza. Hanno risposto in 527, concordando tutti sulla difficoltà nell’organizzare prestazioni ospedaliere. Evidenziata la problematica delle liste d’attesa e degli esami che, in alcuni casi, vengono fatti in sedazione, non trovando sempre però personale disponibile ad effettuare queste operazioni. Da qui la necessità di professionisti formati adeguatamente e protocolli particolari. Su questo, Foligno vuole essere un pioniere, tanto da sottoporre il progetto all’Osservatorio per le disabilità. Le buone pratiche, all’ospedale di Foligno, sono già in corso. Solo in Cardiologia, come ha detto la dottoressa Emilia Biscottini, sono stati refertati 18 esami di elettrocardiogramma. Altro esempio è stato quello di Moira Paggi, presidente dell’associazione Anfass Per Loro, con il figlio che ha potuto gestire una carie senza essere sedato, grazie alla sensibilità e alla preparazione del medico che lo ha curato.

"Aedo non è un’operazione di buon cuore, ma un progetto di civiltà", ha detto Patoia. "Si tratta di un percorso di vicinanza nei confronti di chi ha bisogno di cure, nei vari aspetti e va verso una fascia di età centrale, che spesso viene poco considerata", ha aggiunto il direttore di Usl2, Massimo De Fino. "Rafforziamo – ha detto il direttore dell’ospedale, Mauro Zampolini – la tradizione di Foligno verso la riabilitazione e la disabilità". Il vescovo Sorrentino ha apprezzato, inoltre, la presenza più attiva di un sacerdote all’interno dell’ospedale come cappellano.

Alessandro Orfei