Detenuti: corsi per parrucchiere, cuochi e idraulici. "Dietro le sbarre vive la speranza"

Progetto di Frontiera Lavoro. Rachela: "Nella vita si sbaglia. ma si può anche recuperare"

Migration

Come si può ritrovare un minimo di bellezza, fra le porte di ferro arrugginite di un carcere, fra le sbarre e quadrati d’aria? Con un progetto singolare: insegnare alle detenute a curare la propria e l’altrui bellezza. Dal mese di luglio è stato avviato nel penitenziario di Perugia, a cura della cooperativa sociale Frontiera Lavoro, il progetto "Opportunità Lavorative Professionalizzanti", finanziato con 70 mila euro dal Ministero della Giustizia, che sarà articolato in tre percorsi formativi: Acconciatore (sezione femminile), Addetto alla cucina e Idraulico nella sezione maschile prevedendo il coinvolgimento di 47 detenuti di cui 15 donne. "Non saprei raccontare a parole cosa è questo corso – spiega Simona Sensi, docente del corso per Acconciatore –. Io ho la tentazione di andare a insegnare, ma me ne torno sempre carica di meraviglie". Tutti e tre i percorsi formativi avranno la durata di 200 ore e si concluderanno con un esame finale per il conseguimento del relativo attestato. "Recuperare la fiducia in sé stessi – sostiene Luca Verdolini, coordinatore del progetto – è la cosa più difficile, all’inizio. Molte volte, queste persone, che hanno delle storie difficili, devono avere un’opportunità, la possibilità di un carcere alternativo, perché almeno possano cercare un minimo di senso nella loro esistenza". E allora la cura della persona, farsi belle, volersi agghindare, sebbene per incontri che difficilmente si potranno realizzare, diventa l’unico modo per continuare a credere. In se stessi, prima di tutto. "Nella vita si sbaglia per scelta o per disperazione – dice Rachela, una delle allieve –. In entrambi i casi se ne pagano le conseguenze. Grazie a queste attività formative la detenzione può diventare anche speranza nella possibilità di un riscatto".