Appalti rifiuti e corruzione, due arresti in Umbria

Cristian Goracci e Antonio Granieri agli arresti domiciliari, al centro dell’indagine una tangente da 750mila euro. Tutto è partito da una denuncia anonima inviata alla Procura di Perugia e alla Guardia di Finanza

Perugia, 1 ottobre 2024 – Come era nell’aria già da giorni, oggi sono scattati gli arresti domiciliari per Cristian Goracci, ex amministratore di Sogepu, e Antonio Granieri, amministratore della Ece (ex Ecocave).

Le ordinanze cautelari sono state eseguite dalla Guardia di Finanza di Perugia. Al centro della vicenda le accuse di corruzione e per fatture inesistenti nel settore dei rifiuti.

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Guardia di finanza (foto di repertorio)

L’indagine, spiega la procura, aveva preso il via da una segnalazione anonima “particolarmente dettagliata e informata”, che per forza di cose doveva arrivare da qualcuno che era a diretta conoscenza delle vicende dietro agli appalti nel settore rifiuti, che tuttavia non aveva avuto il coraggio di esporsi in prima persona. Una denuncia anonima che spiegava a Finanza e Procura come dietro a quegli appalti tra la società pubblica di cui erano soci gran parte dei comuni della zona di Città di Castello e società operanti nel settore dei rifiuti si celassero tangenti in cambio di commesse o acquisti.

La denuncia anonima è stata solo lo spunto per avviare l’indagine; secondo gli inquirenti l’ex amministratore unico della società svolgeva consulenze ben retribuite a favore di società private che ricevevano appalti e commesse dalla società pubblica.Secondo chi indaga però non aveva nessun titolo di studio che gli consentisse di svolgere attività di consulenza che peraltro veniva svolta per nessun altro se non i clienti della società pubblica.

Si parla di 750mila euro per consulenze che secondo chi indaga non ci sarebbero mai state: insomma, tangenti vere e proprie nell’ipotesi di reato, pagamenti indebiti che servivano ad agevolare l’aggiudicazione di un bando di gara per l'affidamento in concessione del servizio pubblico di gestione dei rifiuti per i comuni dell’Alta Valle del Tevere. L’appalto in questione era stato promosso dall’Ambito territoriale 1 e aveva ad oggetto l’affidamento del servizio per i comuni di Citerna, Città di Castello, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Scheggia e Pascelupo, Sigillo e Umbertide, per un periodo di 15 anni a partire dal 2023 e per un importo complessivo di 350 milioni di euro.

Ma scambi corruttivi sono stati individuati anche in un’altra vicenda, a proposito di una srl di Città di Castello per la fornitura di cestini per i rifiuti, una commessa da 300mila euro per la quale l’amministratore avrebbe intascato 36mila euro come consulenza.

Il 19 settembre la Procura aveva chiesto l’arresto; in base alla legge Nordio il gip di Perugia ha effettuato l’interrogatorio preventivo degli indagati e alla fine, ritenendo esistente il rischio di reiterazione del reato, il giudice ha disposto i domiciliari per i due. Secondo il gip “è evidente che le somme corrisposte (...) in virtù di consulenze delle quali di fatto non vi è prova (...) abbiano in realtà sotteso lo scopo di favorire la partecipazione e l’aggiudicazione della procedura di gara”.

Infine, c’era la richiesta di misura cautelare per un terzo soggetto, amministratore della srl di Città di castello fornitrice dei cestini per i rifiuti, ma dopo l’interrogatorio preventivo l’indagato ha dimostrato di aver dismesso le cariche sociali e ha anticipato la volontà di voler definire il procedimento con riti alternativi, per cui si è rinunciato alla richiesta cautelare.