
E alla fine sarà processo in dibattimento per l’ex luogotenente dei carabinieri del Ros, Orazio Gisabella accusato, in concorso con gli armatori Sergio La Cava, presidente della società di Navigazione Generale Italiana e Vincenzo Franza di "corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio". L’indagine, nata a Palermo e trasferita a Perugia per competenza territoriale, segna l’avvio della bufera sull’ex procuratore aggiunto Antonella Duchini, inquisita a Firenze, trasferita d’ufficio a Ancona e ora in pensione. A ottobre scorso il procuratore aggiunto Luca Turco e il pm Leopoldo De Gregorio avevano inviato l’avviso della conclusione delle indagini – tra gli altri – a Duchini, Gisabella, l’ex Ros Costanzo Leone, il patron del cemento Carlo Colaiacovo e l’avvocato Pietro Gigliotti. Dopo il 415 bis i magistrati fiorentini devono decidere se procedere contro gli indagati.
Ieri invece il gup, Piercarlo Frabotta, ha accolto le richieste dei pm Mario Formisano e Paolo Abbritti e disposto il rinvio a giudizio per 20 capi d’accusa (anche per falso e truffa in relazione alle presenze in servizio). Prosciolto invece l’altro militare inizialmente inquisito per i fogli di viaggio per le trasferte di lavoro. In aula era presente Gisabella, che, prima della camera di consiglio, si è sottoposto all’interrogatoriom per una recente contestazione di accesso abusivo allo Sdi in relazione alla ricerca dell’ex fidanzato di una sua amica attraverso le password del comandante del Nucleo.
La prima udienza del procedimento si svolgerà il 3 dicembre prossimo davanti al primo collegio presieduto da Carla Giangamboni.
L’ex Ros è stato invece prosciolto da un’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio (le altre sono rimaste in piedi) e di accesso abusivo al sistema informatico: episodi emersi dalle intercettazioni telefoniche all’epoca diposte dalla procura siciliana. Gisabella, per anni in servizio alla Sezione anticrimine di Perugia e poi al Nucleo tutela patrimonio culturale, secondo la ricostruzione accusatoria avrebbe concordato e in seguito accettato che l’armatore La Cava (la cui società era collegata al gruppo imprenditoriale in forza a Vincenzo Franza) agevolasse l’assunzione di sua figlia con un contratto a tempo indeterminato.
Un corrispettivo, secondo la procura, per aver cercato (Gisabella, ndr) di osteggiare la società Liberty Lines della famiglia Morace, "facendo proprio il contenuto di un esposto contenente l’indicazione di condotte di tenore illecito nei confronti della società di navigazione marittima". Inoltre – è l’ipotesi accusatoria – si sarebbe adoperato affinché il "dossier" giungesse nelle mani della procura di Palermo – attraverso l’Aggiunto di Perugia – "al solo scopo di determinare l’avvio di un’indagine nei riguardi dei Morace e della loro impresa di navigazione". Tra le accuse contestate, anche quella di aver cercato di avviare una campagna di stampa denigratoria nei confronti dei proprietari della Liberty Lines. L’ex Ros, su decisione del gip era stato anche sospeso dal servizio per sei mesi.
Gli indagati sono difesi da Nicola Di Mario (Gisabella), David Brunelli (Franza) e Stefano Bagianti (La Cava).