Coronavirus Umbria, la Regione prepara il terzo ospedale Covid

Il programma della Tesei per la terza ondata della pandemia: altri addetti al contact tracing e i piccoli comuni tracceranno da soli

Il presidente della Regione, Donatella Tesei

Il presidente della Regione, Donatella Tesei

Perugia, 19 febbraio 2021 - Un terzo ospedale dedicato al Covid in Umbria, oltre Pantalla e Spoleto già attivi (Branca o Città di Castello?): è uno dei progetti al vaglio di Palazzo Donini per far fronte alla terza ondata della pandemia e aumentare la capacità delle strutture ospedaliere che stanno subendo lo stress maggiore con una saturazione ben oltre la soglia del 50% (al 59% secondo Agenas), quando dovrebbe attestarsi su 30 per le Intensive e 40 per le degenze.

I posti letto

L’obiettivo della presidente della Regione Donatella Tesei è di arrivare a 914 posti letto di degenza Covid, attualmente a quota 700, e 160 terapie intensive di cui attualmente ne sono attive 145, oltre ai 12 posti dell’ospedale da campo della Regione che la Tesei conta di aprire lunedì con il personale messo a disposizione dal piano regionale e dal Bando della Protezione civile. Un programma che potrebbe essere reso possibile anche dall’arrivo – tra il 25 febbraio e il 5 marzo – delle 44 terapie intensive messe a disposizione dal commissario Arcuri in 4 moduli per Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello).

Il tasto dolente del personale

Al 31 dicembre il personale medico delle Aziende ospedaliere e sanitarie, tra anestesisti, pneumologi, infettivologi e infermieri, era – secondo quanto dichiarato dalla Governatrice – di 5.232 unità. Nell’anno della pandemia è stato aumentato a 177 e la governatrice ha promesso un ulteriore incremento di 136 nel 2021. Oltre a questo ci sono i sanitari della Prociv nazionale "per superare la fase acuta delle varianti". In particolare hanno risposto all’appello 10 anestesisti, 38 medici specialisti, 64 medici non specialisti, 129 infermieri e 88 Oss, ai quali aggiungere il supporto della Lombardia con 8 anestesisti e 30 infermieri. Anche perchè – dati di una settimana fa – ben 220 medici erano stati contagiati in Umbria e 70 sanitari assenti per Covid solo dall’ospedale di Perugia.

Contact tracing

Ormai non è una novità che con un incidenza di 283 positivi ogni 100mila abitanti nei 7 giorni (dato dell’Iss del 12 febbraio), il tracciamento è andato in tilt e l’aggiornamento dei casi in netto ritardo sulla tabella di marcia. La Tesei ha annunciato di aver portato a 135 i tracciatori Asl che devono svolgere l’indagine epidemiologica e a 29 quelli della Protezione civile, oltre – ha detto – le risorse messe a disposizione dall’Università (che però non erano stati messi nell’agenda dei vaccini). Palazzo Donini ha inoltre comunicato di aver modificato il modello sui piccoli borghi, che sarà riaffidato ai Coc dei Comuni mentre in quelli grandi centralizzato presso Umbria Salute.

Tamponi

L’obiettivo della Regione è quello di aumentare il testing nella popolazione scolastica, la più bersagliata dalla variante inglese. Ad oggi – ha reso noto la Tesei – sono stati effettuati 28.410 test antigenici di cui 233 risultati positivi. Anche se sembra che gli antigenici in uso alle farmacie diano vita a errori percentualmente alti nei campioni positivi che poi vengono comunque confermati dal tampone molecolare. Sul fronte varianti – l’Inglese e la Brasiliana – la Tesei ha reso noto che, oltre ai primi 55 campioni ne sono stati inviati altri 349 per il sequenziamento.

Le misure

La Tesei ha ribadito che, per affrontare la Fase 3 ci sarà zona rossa rafforzata nella Provincia di Perugia e in 6 comuni del Ternano (700mila abitanti su 880mila) e zona arancione rafforzata nel resto della regione. Da 0-18 i ragazzi resteranno in Dad. Mentre c’è attesa per le risposte del Governo alla richiesta di ulteriori 50mila vaccini, all’utilizzo immediato delle monoclonali e all’inserimento dell’Umbria nei fondi ristori.