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Coronavirus, Grifo in mascherina: poi l’abbraccio al gol

Stadio vuoto, niente termoscanner e regole rigide per i giornalisti: al "Curi" clima surreale. Caviglia: "Il problema riguarda tutti"

I giocatori del Perugia Calcio con le mascherine prima della partita

Perugia, 8 marzo 2020 - Emergenza coronavirus, il calcio è senza tifosi. La zona di Pian di Massiano, ieri a ridosso della partita Perugia-Salernitana di serie B, è quasi deserta. E per accedere allo stadio i pochi che possono devono attenersi a regole ben precise. I giornalisti possono accedere solo tre alla volta nel prefiltraggio e accompagnati da uno steward. All’ingresso, però, non c’è il termoscanner, ma per poter sedere sugli spalti è necessaria un’autocertificazione nella quale si attesta di "aver seguito tutte le misure di controllo e prevenzione necessarie a ridurre il rischio di contagiocome previsto da DPCM del 4 marzo".

Ci sono regole ben precise da seguire anche in tribuna stampa, la distanza da rispettare è un metro. Anche ai fotografi è negato l’accesso in campo, le foto si fanno dalla tribuna. Anche in campo ci sono delle regole da seguire: i biancorossi iniziano il riscaldamento protetti dalla mascherina, mentre all’ingresso dello spogliatoio ci sono contenitori di Amuchina. Per l’emergenza-coronavirus non ci sono punti di ascolto: al Museo, infatti, non viene proiettata la partita per evitare situazioni di rischio. Dagli spalti si sente tutto quello che accade in campo, le voci dalla panchina, quelle tra i calciatori. Poi ci sono gli altri risvolti, giocare una partita senza tifosi, componente fondamentale. "Il coronavirus è un problema che riguarda tutti. Abbiamo avuto direttive di indossare la mascherina, l’abbiamo fatto. Mi dispiace per l’assenza dei tifosi, loro ci hanno sostenuto sempre, nonostante il periodo negativo, cercheremo di dare sempre il massimo". A commentare il clima surreale dello stadio Curi è Hans Nicolussi Caviglia, giovane centrocampista biancorosso sollecitato da Dazn. Serse Cosm i alla vigilia della partita aveva dichiarato: "Per non pensare al coronavirus non bisogna andare in ritiro ma andare su un’isola senza nessun tipo di comunicazione. L’allenamento è l’unico momento in cui non sei bombardato dalle notizie. Il Presidente ci ha dato le indicazioni concrete da seguire per giocatori e staff quindi, pur senza sottovalutare questo virus, posso tranquillamente dire di aver affrontato situazioni peggiori. Le uniche persone da ascoltare in questi momenti sono gli esperti, le persone che litigano in televisione su questo argomento mi fanno pena". E nel silenzio del Curi è almeno netto l’urlo liberatorio dei biancorossi al gol di Mazzocchi. E l’abbraccio. Francesca Mencacci © RIPRODUZIONE RISERVATA