Ospiti fantasma nella struttura per immigrati. “Raggiro milionario”: cooperativa nel mirino

Umbria, interdetti i vertici del Cda della società di Perugia (con sede anche a Città di Castello). L’inchiesta è condotta dalla procura di Ancona. Indagati i vertici

Perugia, 10 giugno 2023 – Incassavano indebitamente il denaro erogato dalla Prefettura per la gestione dei richiedenti asilo, l’indagine della squadra mobile di Ancona scoperchia un autentico vaso di pandora. Indagati per firme false, soldi incassati senza spese sostenute, appartamenti sotto sequestro, migranti costretti a vivere in condizioni pessime e senza alcun sostegno.

Una cooperativa, la Aurora di Perugia, trasformata secondo l’accusa, in una società per azioni con trucco. Le persone indagate, di cui tre con misura cautelare, per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato in concorso.

Nei guai, in particolare il rappresentante legale e presidente del consiglio di amministrazione della società, Manuela Morini, in concorso con il vice presidente del cda e consigliere, Filippo Corbucci. Tra gli indagati anche il padre del presidente, Maurizio Morini.

Nei confronti dei tre al vertice della cooperativa (con sede anche ad Ancona) il gip su richiesta della Procura ha emesso l’interdizione di contrattare con la pubblica amministrazione per dieci mesi.

Gli indagati, tutti italiani tranne una dipendente di origini marocchine, sono i vertici responsabili di una cooperativa onlus di Perugia, operante anche nel capoluogo dorico, e del personale impiegato.

Il gruppo - stando alle indagini della mobile con delega della Procura della Repubblica di Ancona portate avanti dal 2021 e confermate dal gip che ha emesso l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali e reali - avrebbe messo in piedi un sistema rudimentale ma efficace in grado di truffare lo Stato.

Rudimentale perché i presunti truffatori non facevano altro che firmare i verbali di presenza dei richiedenti asilo nelle strutture di accoglienza che in realtà se n’erano andati.

Un fattore abbastanza presente nella gestione dei richiedenti asilo, ma tutti i movimenti devono essere specificati e riportati fedelmente.

L’inchiesta adesso dovrà stabilire il dolo nel commettere determinati comportamenti o se si tratta anche di pesanti negligenze. A quanto risulta dalle indagini, infatti, sembra che la Aurora non avesse sufficiente personale per effettuare ciò che tutte le altre associazioni fanno quotidianamente: controlli e report diretti alla prefettura su ogni singolo movimento in entrata o uscita.

Cosa che non accadeva nel caso della società umbra. Per anni, sempre secondo i dettagli emersi dall’inchiesta, almeno dal 2020, la cooperativa in questione ha incassato tutti i giorni 29,52 euro erogata dal Ministero dell’Interno per ogni singolo migrante accolto nei Cas.