Concorso, c’è un secondo esposto

San Venanzo: stavolta al centro della bufera finisce una candidata che si è classificata tra i primi tre

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Un secondo esposto depositato in Procura trasforma il contestato concorso per l’assunzione di un impiegato al Comune di San Venanzo in una sorta di vaso di Pandora. Dopo la prima segnalazione alla magistratura, legata al fatto che il candidato giunto primo alla prova scritta era il nipote del responsabile per il procedimento amministrativo del concorso e vice sindaco di San Venanzo, Stefano Posti, adesso finisce al centro della bufera una candidata che si è classifica tra i primi tre. Si tratta di una ragazza che svolge il servizio civile al Comune di Deruta e che, secondo i legali delle persone che hanno depositato il nuovo esposto al tribunale di Terni, non avrebbe in realtà potuto partecipare alla selezione pubblica perché nella commissione esaminatrice c’era un membro che lavora nel Comune di Deruta.

Dopo le polemiche innescate dalla denuncia, il nipote del vicesindaco Gabriele Posti si era ritirato dal concorso mentre il sindaco Marsilio Marinelli ha ribadito la totale trasparenza delle procedure seguite. Sui social Gabriele Posti spiega così la propria decisione: "Considerato il clamore generatosi per la vicenda del concorso, per tutelare la mia immagine, trovo necessario rispondere pubblicamente alle polemiche che si sono sollevate. Premetto che sulla regolarità del concorso si è già espressa l’amministrazione, assicurando la totale correttezza della procedura, quindi non aggiungo altro in merito. I risultati della prova scritta mi hanno visto primo a pari merito con altri due concorrenti. Da lì si è scatenato di tutto: interrogazioni, chiacchiere di paese in generale, articoli di quotidiani locali".

"Ammetto che tutto ciò non è stato facile da sostenere emotivamente e tollerare – dice il ragazzo – l’idea che la conclusione (anche solo eventualmente positiva) del concorso avesse potuto aumentare il clamore mediatico e le spiacevoli congetture intorno alla vicenda e alla mia persona mi ha abbastanza turbato. Principalmente per questo motivo, dunque, ho comunicato, spiegandone le motivazioni, che non avrei partecipato alla prova orale. Pur nella consapevolezza che stavo rinunciando a un’opportunità importante, ho preferito perseguire altri scopi: ritrovare la mia abituale serenità; contribuire a far cessare il prima possibile tutte queste polemiche; e, aggiungo, evitare di farmi usare ancora come una pedina da coloro che desiderano sollevare polveroni per i fini più disparati".

Cla.Lat.