Colpo di scena, Davide Pecorelli torna libero

Il giudice non ha convalidato il fermo perché non esistono né pericolo di fuga né urgenza dell’arresto. Estradizione più lontana

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E’ durato due giorni l’arresto di Davide Pecorelli, prelevato sabato pomeriggio 10 dicembre e portato in carcere a Perugia Capanne da dove ieri è uscito. Il giudice non ha convalidato il fermo e lo ha rimesso in libertà. "Non ci sono né il pericolo di fuga né l’urgenza dell’arresto": si legge nelle motivazioni che hanno spinto il giudice della Corte d’Appello del tribunale di Perugia, dottor Andrea Battistacci a respingere l’esigenza della misura cautelare in carcere nel corso dell’udienza di convalida della misura cautelare scattata in virtù del mandato internazionale d’arresto provvisorio ai fini dell’estradizione emesso dalla Procura di Puka ed eseguito dagli agenti della squadra mobile della questura di Perugia. Davide Pecorelli è dunque uscito nel primo pomeriggio di ieri dal carcere di Capanne per fare ritorno nella sua abitazione nel comune di San Giustino. Manca l’urgenza del fermo, visto che i documenti risalgono all’inizio di ottobre e non c’è neanche il pericolo di fuga dato che nell’ultimo periodo lo stesso Pecorelli sembra essere cambiato.

"Da quando è tornato in Italia è sempre rimasto nella sua abitazione di Lama" dice l’avvocato Andrea Castori che lo tutela in questa e anche su altre vicende giudiziarie italiane (tra gli altri reati la bancarotta fraudolenta per la quale ha patteggiato).

Inoltre il legale fa sapere che è intenzione di Davide Pecorelli sistemare le questioni in sospeso in Albania: non è escluso che quanto prima, con la tutela di un avvocato di quel Paese, possa procedere al risarcimento di quanto dovuto.

Tutti gli atti e il mandato d’arresto intanto dopo la sentenza di ieri saranno trasmessi per competenza al Ministero della Giustizia, per l’eventuale estradizione di Pecorelli richiesta dall’Albania.

La procura di Puke gli contesta cinque capi d’ imputazione: frode, profanazione di tombe, azioni che impediscono la scoperta della verità, distruzione di beni mediante incendio, tutti in concorso con altre persone, tranne l‘attraversamento illegale del confine di Stato che ha compiuto da solo. L’arresto di sabato è scattato sulla scorta di questi atti trasmessi in Italia dall’Albania, paese che ne chiede l’estradizione, alla quale il legale dell’imprenditore italiano ha intenzione di opporsi.

C.Crisci