Colacem, si ferma la produzione

L’annuncio del sindaco: ulteriore sospensione, dalla fine di agosto, nello stabilimento di Ghigiano

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Una indiscrezione che circolava da tempo nell’ambiente eugubino, con il contorno di legittime preoccupazioni, ha trovato purtroppo conferma nella seduta del consiglio comunale: un’ulteriore sospensione, a partire dalla fine di agosto, della produzione nello stabilimento di Ghigiano della Colacem. E’ stato il sindaco Stirati, nelle sue comunicazioni, ad annunciare e quindi confermare la notizia, rendendo pubblico il contenuto di un incontro ufficiale avuto con alcuni dirigenti dell’azienda. Per sopperire alla mancata produzione di cemento nello stabilimento eugubino si farà riferimento a quelli del gruppo attivi a Sesto Campano (Molise), Caravate (Lombardia), Rassina (Toscana) dove, grazie alla possibilità di utilizzare combustibili alternativi, si riescono ad ammortizzare in maniera maggiore i sempre più esorbitanti costi dell’energia necessaria alla produzione. Circostanza non presente oggi sia a Ghigiano che a Galatina (Puglia). Stando alle informazioni, è duplice la motivazione che ha portato al fermo temporaneo della produzione nell’impianto eugubino: la prima chiama in causa la flessione registrata dal mercato su scala nazionale con un meno 15% mensile a giugno e luglio a causa del blocco dei cantieri, fenomeno non aiutato dalla situazione attuale del Governo. La seconda chiama in causa i costi dell’energia, sia elettrica, balzata a 500 euro megaWatt h rispetto ai 60 euro pagati nell’analogo periodo dell’anno passato. Non meno oneroso il settore del metano. Con cifre di tale entità, riscontrabili sul portale del Pun (prezzo unitario nazionale), senza gli aiuti dal Governo, le cementerie attive in Italia e tutte le imprese così dette energivore avrebbero probabilmente chiuso i battenti ormai da tempo. Il sindaco Stirati ha chiuso la sua comunicazione dalla quale traspaiono gli sforzi di cui l’azienda si sta facendo carico per attenuare l’impatto economico-occupazione della decisione: il fermo della produzione dello stabilimento di Ghigiano, al centro del preannunciato e robusto investimento di 2,5 milioni di euro per migliorare i livelli di controllo e tutela, non comporterà, almeno per ora, la cassa integrazione per i dipendenti che saranno impiegati per attività manutentive.

Quello del cemento è un settore che nel territorio eugubino garantisce – fonte sindacale – 1500 posti di lavori, diretti ed indiretti, nonché il 27% di Pil. Sarebbe opportuno per questo ed anche per i tanti aspetti collaterali rilanciare e portare a conclusione quel "patto" tra aziende del settore, amministrazione comunale e sindacati sul quale si sta lavorando da mesi. Sul quale nelle scorse settimane c’era stata la sollecitazione della Cgil. g.b.