“Circondati“ dalle pale eoliche. Quattro progetti nell’area vasta

Tutti al vaglio del Ministero. L’ambientalista: "Stiamo sconvolgendo l’Appennino umbro-marchigiano"

“Circondati“ dalle pale eoliche. Quattro progetti nell’area vasta

“Circondati“ dalle pale eoliche. Quattro progetti nell’area vasta

Montagna folignate assediata dai progetti per le pale eoliche. Dopo il progetto Rwe, ce n’è un altro proposto da Energia ecosostenibile Srl. Si tratterebbe di un impianto per un parco eolico di potenza nominale pari a 60 Mw nei comuni di Foligno, Nocera Umbra e Serravalle. Il progetto è stato depositato a metà maggio al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) e al momento risulterebbe essere in verifica tecnica amministrativa per la Via. Stando alla potenza, le pale dovrebbero oscillare tra 15 e 20, con un altezza di non meno di 200 metri. Angelo Velatta, ambientalista, sta seguendo da vicino la situazione delle pale eoliche sulla dorsale che da Nocera arriverebbe a Seggio e Capodacqua. "Stiamo sconvolgendo il paese e l’Appennino umbro marchigiano", dice. Una raffica di progetti, per il momento quattro nell’area vasta, tutte all’attenzione del Mase. Il primo è quello che affonda le proprie radici nelle Marche, a 200 metri dal confine, figlio di un progetto più datato presentato dall’Unione montana di Camerino. C’è poi quello denominato ‘Monte Burano’, di 72 Mw, presentato da Rwe per almeno 10 pale. Poi quello denominato ‘Monte Busseto’, sui comuni di Valtopina, Foligno e Nocera per 10 pale. Il tema che pone Velatta e chi guarda con preoccupazione la questione è che la decisione sugli impianti rischia di passare sulla testa delle comunità locali. Per gli impianti superiori a 30 Mw infatti la valutazione di impatto ambientale è di competenza statale, per quelli inferiori c’è la Regione cui compete sempre il rilascio dell’Autorizzazione Unica. Per ora si va avanti con normativa transitoria. "Le responsabilità della mancata approvazione delle Linee Guida è dello Stato che le deve approvare. Doveva essere fatto entro 180 giorni dall’8 novembre 2021, quando è stato approvato l’articolo 20 del decreto legislativo 199. Siamo nel 2024 e nulla è stato fatto. Questo ritardo comporta che si applica la disciplina transitoria, molto permissiva a favore delle installazioni proposte e che le Regioni non siano state messe in grado di approvare in applicazione delle Linee Guida, la propria pianificazione di settore,". Aggiunge Velatta,ricordando anche il silenzio della politica umbra di fronte alle petizione del Comitato ‘Un’altra idea per l’Appennino’. Ora c’è la proposta dell’associazione ‘Amici della Terra’, che ha chiesto al Comune di Foligno di attuare l’inchiesta pubblica, un procedimento previsto dal Codice dell’ambiente. "Il Comune dovrebbe porre formale richiesta".

Alessandro Orfei