"Cinghiali, emergenza in crescita e misure ancora insufficienti"

Il presidente regionale di Coldiretti, Albano Agabiti, sollecita provvedimenti urgenti dopo l’ultimo ’avvistamento’ a Corvia

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"Il problema è in crescita e le misure non sono sufficienti". A dirlo il presidente regionale di Coldiretti, Albano Agabiti, in merito al dilagare della presenza dei cinghiali in contesti anche urbani e differenti da quelli che sarebbero del loro habitat. Il caso specifico è quello dell’avvistamento a Corvia, una zona decisamente urbana. Il tema tiene banco e coinvolge anche le istituzioni e le associazioni di categoria, in primo luogo quelle degli agricoltori, che sono chiamati in causa dai tanti danni che gli animali causano alle colture. "Oggi – dice Agabiti – siamo di fronte ad un aumento incontrollato della presenza di questi animali e, di conseguenza, dei danni che questi animali provocano. Basti pensare che siamo in presenza, al 31 agosto 2022, del doppio dei cinghiali del 2021, un anno in cui erano già il 50 per cento in più rispetto al 2020. Si tratta di specie non autoctona, che non ha antagonisti e che sta diffondendo malattie. Una specie con una prolificità decisamente maggiore rispetto alle precedenti. Servono interventi radicali". Il presidente di Confindustria fornisce anche numeri precisi: "Ad oggi siamo in presenza di 70 capi per chilometro quadrato, quando il livello necessario sarebbe di tre. Tanti quindi i danni, per non parlare degli incidenti stradali che vengono provocati e che sono un flagello". Il rimedio, per Agabati, è un intervento sulla legge nazionale: "Serve un’azione legislativa che modifichi la normativa nazionale – dice – perché al livello regionale è stato fatto il possibile. Serve intervenire anche relativamente alle condotte sulle aree protette. Bisogna ricreare le condizioni per ridurre la specie tutto l’anno. L’Umbria è stata la prima regione ad avere il problema ed è apprezzabile il lavoro di tutti coloro che sono in campo. Senza però un intervento strutturale non riusciremo ad uscirne e non saremo in grado di eradicare la specie".