Ciclisti, sempre più vittime In Umbria 135 incidenti "In strada è un Far west"

L’Istat considera chi va in bici una categoria "fragile" come giovani e anziani. Fiab: "Ci sono spesso responsabilità precise che non sono frutto del caso".

Ciclisti, sempre più vittime  In Umbria 135 incidenti  "In strada è un Far west"
Ciclisti, sempre più vittime In Umbria 135 incidenti "In strada è un Far west"

La morte del cicloturista 42 enne di Valfabbrica, sabato scorso o l’investimento di tre ciclisti un mese fa a Mantignana, riaccendono una volta di più i riflettori su quelli che sono gli utenti fragili delle strade, pedoni, anziani, bambini e i ciclisti. E l’Umbria non è immune dal fenomeno dei drammi di quelli che scelgono le due ruote per muoversi o fare sport: l’ultimo dato disponibile è quello del 2021 che rivela come siano stati 135 coloro che sono rimasti vittime di un incidente nella nostra regione mentre andavano in bicicletta, con un andamento che resta costante negli ultimi 8 anni: dal 2014 al 2021 infatti, la media è stata infatti intorno a questa cifra, con un picco otto anni fa, quando furono 149 e altri 140 nel 2015.

La tendenza è stata quella di un leggero calo, anche se nel 2020 - anno della pandemia e del lockdown - vittime di un sinistro stradale sono state 139 persone, più del 2019 e del 2021. E negli ultimi tempi c’è anche il fenomeno dei monopattini che via via sta diventando problematico: l’ultimo incidente domenica scorsa a Ponte Felcino, ma ormai per strada si incontrano sempre più persone che utilizzano questo mezzo per muoversi.

Qui la situazione è un po’ diversa da quella dei ciclisti: si tratta quasi sempre di giovani, studenti universitari, che oltre a non usare il caschetto (non è obbligatorio) spesso vanno anche in due e a volte se ne fregano del codice della strada. "Ogni volta che c’è una vittima su strada – spiega il presidente di Fiab Perugia, Paolo Festi – c’è quell’amara sensazione che venga considerata come una fatalità, un tributo da pagare che va messo nel conto. Devo dire che dovrebbe cambiare anche il modo di raccontare queste morti poiché non è un semplice formalismo: c’è sovente una responsabilità delle persone, e quel che accade è una conseguenza di comportamenti, non frutto del caso. Ormai sembra normale considerare le strade come un far west dove vige la legge del più forte e violento, è accettato che per strada si vada veloci o si violino le regole: bisogna che cambi proprio la cultura, a partire dal modo di raccontare i fatti". Domenica intanto l’iniziativa "Bimbi in bici" a Ponte San Giovanni.