REDAZIONE UMBRIA

"Ci negano persino di sognare. Studiare può costare anche la vita"

"Ci negano persino di sognare. Studiare può costare anche la vita"

Prive di diritti, persone che si vorrebbero inesistenti alle quali anche studiare è vietato. E ancora, altre costrette a piangere i morti, le ferite e le distruzioni di una guerra priva di senso e che uccide anche le speranze. Nella giornata internazionale della donna l’assemblea dei giornalisti della Rai indetta dall’Usigrai e dalla commissione pari opportunità del sindacato alla Domus Pacis, ha dato voce a quattro donne di terre difficili per loro martoriate. Un modo per dare voce a chi viene impedito perfino di sognare. Rahel Saya, giornalista afghana, Sanam Shirvani, iraniana, ora arbitro di calcio in Italia e le giornaliste Alesia Batsman, ucraina e Lidia Nevzorova, russa, hanno condiviso le loro esperienze e la dura realtà che si vive nei loro Paesi. Incontro aperto dal flash mob "Donna, vita, libertà", le parole della rivolta iraniana - che hanno ormai assunto un valore globale -, presenti nei cartelli esposti dai partecipanti all’incontro. Poi l’intervento di Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai, che ha chiesto un minuto di silenzio per il dramma di Steccato di Cutro dove ha perso la vita anche Torpekai Amarkhel, giornalista afghana di 42 anni in fuga dall’Afghanistan, trasformato dai Talebani in carcere, con la privazioni di ogni diritto e libertà. Rahel Saya, da qualche anno in Italia, vincitrice del premio Biagio Agnes, ha evidenziato l’impossibilità per le donne dell’Afghanistan, dal dicembre 2022 di iscriversi all’Università: oltre un milione e 100 mila giovani sopra i 12 anni – ha evidenziato - non potranno ricevere istruzione e a 100 mila che avevano iniziato l’università non sarà possibile terminarla. Sanam Shirvani, in Iran – dove sono state avvelenate migliaia di studentesse – sognava di giocare a calcio, ma questo non era contemplato da quella società. Solo quando è giunta in Italia ha potuto coronare il sogno prima di diventare arbitro federale. In Iran tutto questo è impossibile..." Maurizio Baglioni