Ceri, rispetto per i giovani. Polemiche dopo l’arrivo dei Mezzani in basilica

Gubbio, un gruppo di anziani avrebbe preso possesso della ’Macchina’ di Sant’Ubaldo senza aspettare l’ingresso di San Giorgio e Sant’Antonio.

Ceri, rispetto per i giovani. Polemiche dopo l’arrivo dei Mezzani in basilica

Ceri, rispetto per i giovani. Polemiche dopo l’arrivo dei Mezzani in basilica

È stata una settimana, quella appena trascorsa, di grande intensità per gli eugubini. In appena cinque giorni, da mercoledì a domenica, sono state tantissime le emozioni vissute dalla città, che si è goduta ogni singolo attimo della Festa dei Ceri del 15 maggio e quella dei Ceri Mezzani del 19, anche con la presenza di tanti turisti.

Emozioni simili per generazioni diverse: se la prima è una giornata vissuta da tutti con euforia ed entusiasmo, la seconda non è da meno, ma certamente più dedicata e in un certo senso riservata ai ceraioli più giovani, che possono rendersi assoluti protagonisti nei vari ruoli della Festa e prepararsi ad esserlo, negli anni a venire, anche per quella del 15 maggio. È un peccato, però, vedere che la contagiosa allegria e voglia di condividere ogni attimo della Festa tipico dei giovani venga spesso contaminato dalle manie di protagonismo dei ceraioli più anziani, che portano le loro – spesso discutibili – dinamiche anche all’interno di un giorno che dovrebbe essere appannaggio di chi ancora riesce a vivere tutto con la spensieratezza tipica dell’adolescenza. L’esempio più lampante lo si è avuto al termine della Corsa pomeridiana, quando i Ceri hanno raggiunto la Basilica in cima al Monte Ingino; Sant’Ubaldo, domenica, è arrivato con largo anticipo ed è riuscito senza problemi a chiudere il portone. Una volta all’interno del chiostro, le immagini hanno mostrato una schiera di ceraioli “anziani” (riconoscibili perché indossavano abiti “borghesi” e non la tradizionale divisa ceraiola) prendere possesso della macchina lignea, quasi immediatamente ’scavijata’ senza attendere l’ingresso degli altri due Ceri. Una volta entrati nel chiostro, i capodieci di San Giorgio e Sant’Antonio (Daniele Giombini e Pietro Sannipoli) si sono scambiati di posizione per effettuare gli inchini l’uno in mezzo le stanghe dell’altro Cero, a simboleggiare un’unione costante e la voglia di chiudere insieme la Festa, com’è giusto che sia. Gesti e intenzioni che fanno scuola anche a chi si barrica dietro l’egida della tradizione per portare avanti idee che ben poco hanno a che vedere con i valori che la Festa dovrebbe tramandare. Lasciamo che i giovani possano costruirsi la propria, di Festa, senza screzi e avvelenamenti trascinati dai più anziani, che spesso hanno come unico pensiero quello della Corsa.