SILVIA ANGELICI
Cronaca

Allarme disturbi alimentari. Nella regione 22mila casi

Il punto in un convegno a più voci organizzato dall’Inner Wheel club Perugia "Una patologia che ha radici antiche". Le cure e l’ascolto per sostenere .

Da sinistra: Pieri, Angelici, Pampanelli e Santeusanio

Da sinistra: Pieri, Angelici, Pampanelli e Santeusanio

I disturbi del comportamento alimentare sono un’emergenza sociale e medico-sanitaria: in Umbria ne soffrono 22 mila persone, perlopiù giovanissimi e donne. Le cause? Alla radice ci sono spesso disagi legati alla carenza affettiva, ma ora è sempre più chiaro che esiste anche una correlazione tra l’uso distorto dei social media e la malattia mentale. Partendo da questi numeri allarmanti, l’Inner Wheel club Perugia ha promosso un convegno a più voci "Dai santi all’intelligenza artificiale: il mistero del cibo tra misticismo, patologia e fragilità emotiva", nella sede della Fondazione Perugia e al quale hanno preso parte l’endocrinologo Fausto Santeusanio, il collega Simone Pampanelli (servizio nutrizione e clinica e dietetica dell’Ospedale), e lo psicologo della “strada“ Stefano Pieri.

Dal convegno è emerso che già nel Medioevo si soffriva di disturbi alimentari, come nel caso della santa anoressica Veronica Giuliani, raccontato dal professor Santeusanio, ma soltanto in età vittoriana con il medico inglese William Gull, l’anoressia divenne una patologia affrontata in maniera scientifica.

Ma dai disturbi alimentari si può guarire? "La guarigione – spiega Pampanelli - è possibile ed avviene per la maggior parte dei casi, ma è influenzata dalla tempestività dell’intervento e dalla continuità delle cure. Il trattamento d’elezione è l’ equipe multidisciplinare psico-nutrizionale che comprende endocrinologi, psicologi, psichiatri, dietisti, fisioterapisti, educatori tecnici della riabilitazione. L’Umbria, anche grazie alle intuizioni della dottoressa Laura Dalla Ragione negli anni è diventata una regione d’eccellenza e di esempio per la cura di questi disturbi a livello nazionale, grazie al servizio sanitario che dispone di centri diurni, residenziali, semi residenziali e ambulatoriali in più città della regione".

Lavorando gomito a gomito con i ragazzi nelle scuole Pieri riferisce che la sfera emotiva-affettiva è ciò che più incide nel sorgere di queste patologie. "Bisogna lavorare sulla costruzione dell’autostima dei ragazzi – osserva lo psicoterapeuta – e sulla loro crescita affettiva".

Silvia Angelici