REDAZIONE UMBRIA

Centri estivi a caro prezzo: "Impennata delle rette. Meglio la tata condivisa"

Federconsumatori: "760 euro al mese a bambino nelle strutture private, 380 in quelle pubbliche. Così i genitori si organizzano con altre formule".

Le scuole hanno chiuso le porte e come spesso accade molti genitori devono organizzare le giornate dei propri figli mentre loro sono impegnati al lavoro. In attesa delle vacanze, per chi se le potrà permettere, sono tanti i ragazzi che frequenteranno i centri estivi. La scelta è vastissima anche in Umbria: ce n’è per tutti i gusti. Dai corsi di lingua, a quelli di arte, ai corsi sportivi. Le strade della città sono tappezzate di annunci pubblicitari, che propongono campus divertenti e calibrati sui tempi e gli orari di mamma e papà. "L’unica nota stonata sono i costi sempre più elevati", rileva Alessandro Petruzzi, presidente della Federconsumatori Perugia, rendendo noti i dati dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori (Onf) che ha effettuato il monitoraggio dei prezzi relativi a tali attività, confrontandoli con i numeri relativi al 2019.

"Dalla rilevazione – aggiunge Petruzzi - è emerso che il costo medio settimanale è pari a 190 per un centro estivo in una struttura privata (+13% rispetto al 2019). Il costo scende a 115 (+20% rispetto al 2019) per i ragazzi che frequenteranno il centro estivo solo mezza giornata (fino alle ore 14). Portando pranzo e merenda da casa il costo della giornata si riduce a 88 euro (+19% rispetto al 2019). Per quanto riguarda, invece, il prezzo rilevato per i centri estivi organizzati in strutture pubbliche, il costo si aggira intorno ai 75 euro per metà giornata (+50% rispetto al 2019), e ai 95 euro per il tempo pieno (+17% rispetto al 2019). La differenza riscontrata tra pubblico e privato è dovuta a diversi fattori: oltre agli spazi (che per i campus pubblici sono perlopiù istituti scolastici) il costo varia notevolmente anche in base alla tipologia delle attività ludiche e socio-educative svolte. Considerando i costi su base mensile emergono cifre proibitive - evidenzia l’Osservatorio -: 760 euro mensili per ogni bambino o ragazzo che frequenta strutture private; 380 euro per chi opta per il pubblico". E così c’è chi si organizza in proprio. "Negli ultimi anni - racconta Petruzzi – sono nate forme di collaborazione tra famiglie. Ed ecco le “tate condivise”, che accudiscono fino a 4 bambini, o i gruppi di genitori che programmano a turno le ferie per prendersi cura dei propri figli e degli amichetti. Sempre prezioso l’aiuto dei nonni".

Silvia Angelici