REDAZIONE UMBRIA

Celiachia, i malati in Umbria sono quasi 4mila Meno diagnosi, ma il Covid non aumenta i rischi

Il costo sostenuto dal. Sistema regionale per . i buoni spesa nel 2020. è stato di 3,7 milioni di euro

Sfiorano ormai quota quattromila i celiaci in Umbria, con un tasso di incidenza tra i più alti in Italia, ma una crescita di diagnosi che è comunque in frenata rispetto agli anni precedenti. Sono questi alcuni degli elementi che emergono dalla relazione annuale sulla malattia celiaca nel 2020.

L’analisi dei dati rivela dunque che i celiaci erano 3.821, con un rapporto donna-uomo di uno a due.: sono infatti 1.141 i maschi diagnosticati e 2.680 le donne. La stima a livello nazionale è che questa malattia interessi circa l’1% della popolazione, anche se la media dei diagnosticati è dello 0,39%. L’Umbria è una delle cinque regioni in cui però la presenza di celiachia è maggiore: si parla infatti di uno 0,44% e di uno 0,60 tra le donne. In tutto ciò va comunque aggiunto come il numero di diagnosi dei nuovi celiaci, sia diminuito nel tempo: nel 2107 furono 403, scesero a 189 nel 2018 fino ai 90 (numero minimo) nel 2019 e 114 nell’anno della pandemia. Significativo a tal proposito anche il dato relativo alle fasce di età: sono 44 i bambini celiaci tra 6 mesi e 5 anni, 178 quelli fino a 9 anni, 236 tra 10 e 13 anni e 265 tra 14 e 17 anni. Quasi cinquecento infine (470) coloro che hanno più di 60 anni.

Infine la spesa che sostiene il Sistema regionale per i buoni spesa dei celiaci: nel 2020 è stata di 3,7 milioni, con una quota pro-capite media annua di 979 euro. Con quei quasi 4mila celiaci, la spesa dovrebbe essere di 4,4 milioni, ma il nuovo sistema che azzera la spesa mensile anche se non viene speso l’intero buono, consente comunque un risparmio di 700mila euro anni. E guardando la progressione degli anni si nota come il costo per le casse regionali sia andato via via scemando: 4 milioni nel 2017, 4,2 nel 2018, 3,7 nel 2019 e nel 2020.

Ricordiamo che la celiachia è un’enteropatia infiammatoria, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, ma solo il 3% delle persone predisposte, che consumano glutine sviluppa la malattia. Un recente lavoro scientifico riporta infine che le persone con celiachia diagnosticata ed adeguatamente trattata hanno lo stesso rischio della popolazione generale di ospedalizzazione, mortalità, trombosi e necessità di terapia intensiva in seguito al Covid-19.