Cei, la lotta anti-pedofilia. Da Assisi monito di Zuppi: "Non c’è la prescrizione"

Il presidente, a conclusione dell’assemblea straordinaria dei vescovi italiani: "Nel 2022: 54 vittime di presunti abusi". Non tutte le diocesi hanno collaborato.

Cei, la lotta anti-pedofilia. Da Assisi monito di Zuppi: "Non c’è la prescrizione"

Cei, la lotta anti-pedofilia. Da Assisi monito di Zuppi: "Non c’è la prescrizione"

Il tema della speranza per leggere quanto sta accadendo nel mondo e contribuire a un cambiamento di rotta del quale tutti sono chiamati a contribuire. E’l’auspicio dei vescovi italiani che hanno concluso ieri la settantottesima assemblea generale straordinario conclusa ieri da il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e presidente della CEI. "È la speranza a costituire la Chiesa nella sua identità più profonda, missionaria di pace e di riconciliazione nel mondo. Per questo, la Chiesa può a sua volta essere generatrice di speranza" questo il messaggio dei vescovi, con il Cardinale presidente Zuppi che ha trattato, ieri mattina, i temi affrontati nella quattro giorni di Assisi: la pace in primo luogo, con riferimento alla Terra Santa, all’Ucraina e agli altri conflitti sparsi nel mondo, la situazione in Italia, la nuova Ratio per i seminari per la formazione dei nuovi sacerdoti.

Sino alla questione delicata della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, con la presentazione della II Rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; intervenuti Emanuela Vinai, coordinatrice del Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della CEI e di don Gianluca Marchetti, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (Cei). E’emerso che nel 2022 il numero di vittime di presunti abusi è risultato pari a 54, 35 dei quali minorenni, e ci sono anche due bambini sotto i 4 anni. I presunti autori dell’abuso sono 32,la loro età è compresa tra i 40 e i 60 anni, quasi per la totalità di maschi, chierici per un terzo, religiosi per un terzo e laici (37%); laici con qualifiche di educatore (5 casi), catechista (1 caso), fondatore di associazione ecclesiale, insegnante di religione, seminarista. Per lo più celibi ma anche 2 sposati. "È difficile che oggi uno insabbi, ci può essere, ed è quasi un pericolo maggiore, una valutazione non oggettiva. Oggi ci sono tanti meccanismi per fare emergere i casi di abusi" ha detto il cardinale Zuppi sottolineando che "le linee guida e l’attenzione della Santa Sede è massima tale…". E ancora: "La prescrizione, nella Chiesa, non c’è. Chiunque, anche a distanza di anni, viene ascoltato. Anche a distanza di anni facciamo un procedimento interno. In molti casi non c’è il rimando al penale per la scadenza dei termini. Ma per noi no, non c’è scadenza".

parte delle denunce, tra minLa maggiororenni e maggiorenni, secondo il Report, arriva dal Nord (38), seguono il Centro (13); solo 3 casi al Sud nel quale rientrano i due bambini sotto i 4 anni, più una presunta vittima over-18. Dalla rilevazione emerge anche che non tutte le diocesi italiane si sono attivate con centri di ascolto per combattere la pedofilia e i casi di abuso da parte di persone della Chiesa. I centri di ascolto realizzati sono 108 per 160 diocesi (in alcuni casi il servizio interessa più territori). In tutto le diocesi sono invece 206: mancherebbero all’appello alcune decine di enti che non si sono attivati.

Maurizio Baglioni