
Un caso di scabbia in un istituto superiore ternano. Come se non bastasse il Covid. La diagnosi è di tre giorni fa. Lo studente aveva prurito e papule (piccole lesioni) rosse. E’ stato sottoposto al test ed è risultato positivo. Il Servizio di igiene e Sanità pubblica della Usl2 (nella foto il direttore generale, Massimo De fino) ha avviato la procedura di protocollo in queste circostanze. I locali della scuola sono stati sottoposti a disinfezione (come avviene sempre, peraltro, dall’inizio della pandemia), sono stati avvisati la preside, la direzione didattica dell’istituto superiore e i genitori degli alunni. A questi ultimi è stato raccomandato di tenere sotto osservazione i propri figli per i prossimi quaranta giorni: nel caso ravvisino la comparsa dei sintomi (papule rosse particolarmente pruriginose, appunto), devono avvisare il medico di medicina generale; il ragazzo sarà eventualmente sottoposto al test e, nel caso di positività, alla terapia. "La scabbia è un’infestazione da acari – spiega la Usl 2 – e può colpire chiunque, anche le persone che osservano la più scrupolosa igiene èersonale.
La trasmissione avviene per contrsatto pelle-pelle, meno frequentemente per contatto indiretto". E, in questo senso, il distanziamento dovuto salle norme anti-Covid dovrebbe essere stata una precauzione, seppur involontaria, ma efficace. Il ragazzo è stata somministrata la terapia (si tratta di una pomata), che sarà ripetuta tra sette giorni. La prima applicazione impedisce il contagio.