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Emergenza abitativa: dati-choc. Case popolari, 1.400 non sono affittabili

Gli immobili a disposizione di Ater sono quasi 10mila, ma il 14% non può essere locati. Ecco perché

Emergenza abitativa in Umbria (foto repertorio)

Emergenza abitativa in Umbria (foto repertorio)

Perugia, 4 luglio 2025 – Quasi 1.500 alloggi popolari in Umbria sono attualmente non affittabili, un dato preoccupante emerso durante l’audizione della Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria sulle modifiche alla legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica. Su un totale di 9.677 abitazioni di edilizia residenziale pubblica, infatti, ben 1.391 case (pari al 14 per cento) risultano inutilizzabili, nonostante l’urgente e crescente domanda abitativa in tutto il territorio regionale.

A lanciare l’allarme è stato Federico Santi, presidente dell’Ater Umbria (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale), durante la seduta a Palazzo Cesaroni. Dei 9.677 alloggi totali censiti, circa l’80% è attualmente occupato, mentre 243 abitazioni sono vuote ma pronte per l’assegnazione. Il nodo critico riguarda proprio quei 1.391 immobili che non possono essere locati: di questi, 1.278 attendono ancora una verifica sulle condizioni, 79 sono in fase di ripristino e 38 in carico al servizio tecnico. Le motivazioni? Da un lato lo stato di degrado degli immobili, molti dei quali rimangono vuoti per anni e diventano inagibili al momento dell’assegnazione; dall’altro la burocrazia complessa che rallenta i tempi tra i bandi e le assegnazioni.

Secondo Santi, per rimettere a norma un solo appartamento servono in media 30mila euro, una cifra che, moltiplicata per le centinaia di unità da ristrutturare, diventa un peso economico enorme per l’Azienda. Non solo: anche se vuote, queste case generano costi. L’Ater è infatti obbligata a pagare comunque Imu e spese condominiali, un esborso che sottrae risorse da altri interventi essenziali, aggravando ulteriormente la già difficile situazione.

A tutto ciò si aggiunge un altro problema: la morosità degli affittuari, salita negli ultimi anni a 12 milioni di euro. Durante l’audizione, diverse voci hanno sottolineato la necessità di interventi strutturali, sia legislativi che economici. I rappresentanti del sindacato inquilini Sunia, Cristina Piastrelli e Rossano Iannone, hanno auspicato nuovi fondi nazionali e regionali per ristrutturare gli immobili esistenti, rendendoli effettivamente disponibili per chi ne ha bisogno.