
di Silvia Angelici
Altro che lustrini, corse dal parrucchiere, make-up personalizzati e abiti da gran galà. Omicron e la quarta ondata dei contagi mandano all’aria la voglia di festeggiare degli umbri, che in massa brinderanno al nuovo anno dal salotto di casa. Azzerate dunque le feste nei locali, disdetto il cenone al ristorante, cancellati gli eventi di piazza e raccomandate tavolate ristrette, c’è poco da mettersi in tiro. Quello che basta per essere presentabili e decorosi: tutto il resto è superfluo. Nei negozi e nei saloni di bellezza, comunque aperti a pieno regime, già si percepisce l’inversione di rotta dei consumatori. "Siamo semi vuoti da due giorni – spiega da un salone di acconciature Samantha Branda Luchetti -. Vengono le clienti abituali a fare una piega, ma non si parla di prenotazioni per la sera del 31. Non ci sono richieste per acconciature impegnative, nè per le manicure, come avveniva negli anni passati. In questi giorni, più di una signora mi ha ripetuto: a che serve fare la tinta o mettere mano al taglio se tanto devo stare chiusa a casa? A questo punto meglio rimandare". E si ferma anche il settore dell’abbigliamento. "Prima di Natale – racconta Laura Cipriano – abbiamo lavorato benino. Poi, l’arresto. Gli abiti da sera? Ne ho venduti soltanto a qualche ragazzina fiduciosa di stappare lo champagne con gli amici o comunque nella speranza di organizzare una piccola festa in famiglia. Per il resto della clientela non se ne parla. Ok ad un cappotto o ad un paio di pantaloni, ma niente capi impegnativi". Con l’abbigliamento va a picco anche il settore degli accessori. Una volta, a pochi giorni dall’ultimo dell’anno c’era la fila fuori da Calzedonia. Chi cercava le autoreggenti, chi la calza in tinta con il vestito, chi qualche accessorio degno della festa. Non è più così. "Le vendite quest’anno – riferisce Alessia Barbetti – sono andate ovviamente meglio del 2020, ma circa la metà del 2019. Negli ultimi mesi c’eravamo un po’ ripresi, poi la psicosi e il timore reale dei nuovi contagi fanno segnare l’ennesima battuta d’arresto. Gli acquisti sono orientati esclusivamente su capi funzionali, comodi e da indossare tutti i giorni". Non va meglio nelle profumerie. "Ci siamo salvati – ammette Alberto Bottini – con i prodotti di nicchia e di grande qualità, di cui il nostro negozio ha l’esclusiva sia in centro che in periferia. Parliamo dei profumi e delle essenze. Quanto agli accessori e alla bigiotteria, quasi calma piatta. Non ci sono più le occasioni per sfoggiare e la gente rinuncia a questo genere di articoli". Entriamo in un salone di manicure. La proprietaria è scura in volto. Non vuole rilasciare commenti, ma ci fa assistere ad una delle telefonate ricevute in mattinata: "Scusi, volevo cancellare l’appuntamento per giovedì", dice la voce di là del telefonino con gentilezza. E a seguire altre disdette...