Caos e fiamme in carcere. Restano feriti quattro agenti

Un detenuto con problemi psichiatrici dà fuoco al materasso, poi si barrica in bagno

Caos e fiamme in carcere. Restano feriti quattro agenti

Caos e fiamme in carcere. Restano feriti quattro agenti

Il carcere di Capanne brucia ancora. In senso letterale. Perché nel clima di tensione e di pericolo per la sicurezza dei detenuti e del personale della polizia penitenziaria impiegata nell’istituto, si inserisce un nuovo episodio denunciato dai sindacati, in particolare dalla Uilpa.

Ricostruisce Angelo Romagnoli, componente della segreteria regionale: "Intorno alle 16.30 di ieri (lunedì, ndr) un detenuto magrebino di circa 40 anni, con seri problemi psichiatrici, ha dato fuoco al materasso e ad alcune suppellettili presenti nella propria camera detentiva. Poi di è barricato in bagno, di fatto ostacolando l’intervento dei poliziotti, intervenuti con i dispositivi antincendio. Solo grazie al loro tempestivo intervento si è scongiurato un drammatico epilogo".

"I quattro poliziotti penitenziari intervenuti – viene detto – sono dovuti ricorrere alle cure mediche, in ospedale, a causa del fumo inalato.Hanno prognosi dai 2 ai 4 giorni".

"Questo nuovo episodio - prosegue Romagnoli - rispecchia la criticità in cui versa l’istituto perugino, diventato ormai un vero e proprio ospedale psichiatrico, con una carenza di organico che si attesta sulle cinquanta unità".

"Non è possibile - prosegue ancora - che i detenuti con problemi psichiatrici vengano gestiti, per la maggior parte, dai poliziotti penitenziari che operano sotto organico e non hanno le competenze e formazione specifiche. Deve essere potenziato il servizio psichiatrico con specialisti medici all’interno di ogni struttura penitenziaria con un servizio assistenziale continuativa".

Il carico di lavoro degli agenti in servizio a Capanne è "insostenibile", e nonostante "l’esponenziale stress psicofisico che vivono i poliziotti penitenziari, il reparto di Perugia si distingue nuovamente per tenacia, professionalità e senso del dovere". Solo pochi giorni fa, il tentativo di evasione di un detenuto che aveva tentato di uccidersi e che, una volta in ospedale, aveva provato, senza successo, a dileguarsi. Un tentativo fallito, anche in quel caso, per il pronto intervento degli agenti della scorta che lo avevano bloccato.