
Brunello Cucinelli
Perugia, 19 ottobre 2019 - Rispetto , dignità, bellezza. Il capitalism o può essere diverso, più umano. Brunello Cucinelli, da umbro, orgoglioso di quelle radici che non perde mai occasione di valorizzare nel mondo, ne è sicuro. Un ambasciatore così efficace di questa terra che qualcuno l’ha visto come l’uomo giusto a governarla, proponendogli di candidarsi. Lui ha risposto con un lusingato «no, grazie», spiegando di voler «fare solo l’imprenditore» e auspicando al contempo l’avvio dell’epoca della «bella politica».
È convinto sia possibile?
«Certo. Giorni fa parlando con il presidente Conte, ho detto che non essendo io un politico non giudico il loro operato sul piano dei contenuti ma a livello comportamentale sì. E apprezzo la linea dell’ultimo mese: si discute sostenendo la propria tesi fino in fondo ma con garbo ed educazione. Non mi piace l’arroganza, in nessun contesto».
I governi cambiano in fretta. « Giorni fa al forum del New York Times sulla democrazia, nel mio intervento ho citato il nobile Solone, 600 a.c. Quando, dopo vari mandati gli ateniesi gli chiesero di continuare a governare rispose di no. “Perchè potrei diventare un tiranno e da quel trono nessuno scende mai vivo” disse. Ecco, vale anche per l’arroganza, nessuno scende mai vivo dal trono dell’arroganza, in senso intellettuale ovviamente , non fisico».
Come siamo arrivati a questo?
«Abbiamo avuto un ventennio di crisi di civiltà. Abbiamo provato a governare solo con la scienza. Non si può serve anche l’anima».
Quindi?
«È il tempo dell’ascolto. Bando agli arroganti. Sono affascinato da Obama ad esempio, non ha mai deriso o offeso alcun avversario. Usava il condizionale: mi piacerebbe immaginare che la nostra America... Ecco il modo».
Torniamo in Umbria e alla sua partita politica, non solo regionale per la verità. Avrà ripercussioni sul Governo nazionale?
«Ho 66 anni e ho visto 61 governi. Non posso essere preoccupato. È la risposta che ho dato mesi fa a un famoso giornalista tedesco. Fa parte della nostra cultura. L’Umbria? È comunque nella media dei parametri italiani in tutto con una differenza, è una regione particolarmente bella. Il mondo ci guarda in modo speciale. E poi siamo un popolo di persone perbene».
Però? «È una regione dove ha governato per 50 anni una stessa fazione. Solone sarebbe il primo a sottolinearlo».
Stiamo scivolando a Sud... «Io dico che in Umbria abbiamo delle belle imprese: 8 o 9 prime nel loro settore. Certo, dobbiamo accettare noi umbri, noi italiani, che internet ha cambiato il mondo e la mappa mondiale del lavoro. Non sarà quindi più possibile per noi produrre manufatti di basso livello. Da noi ci aspetta l’eccellenza, dobbiamo perciò avere il coraggio di elevarci».
Lei è per i distretti sul modello Aerospaziale umbro? «Non c’è dubbio. A Parma ad esempio ne hanno creato uno territoriale bellissimo, tutti insieme: imprenditori, lavoratori, università, sindaci. E’ l’idea del mio amico Pontremoli che con Barilla l’ha realizzato. Un modello da seguire. Abbiamo bisogno di governanti illuminati, imprenditori illuminati così come giornalisti illuminati etc. Non sarà impossibile. Gli umbri sono fieri e grandi lavoratori».
Le tre priorità del prossimo governatore? «Tornare a parlare di sogno, ideali e cose da fare, con correttezza. Dobbiamo fare in modo che chiunque, specie i giovani, sentano questo fascino. Bisogna essere fortemente creativi. Infine favorire uno stato sociale che abbia il valore dei saperi, dell’educare e anche quello di potersi curare indipendentemente dalle possibilità».
Ha incontrato i candidati? «Sì. Io parlo con tutti di tutto. Tranne con gli arroganti che non possono varcare nè la soglia della mia azienda nè quella della mia casa».
Siamo una popolazione di anziani. Risorsa o problema? «Tutte e due. Siamo la regione più longeva e questa è una bella cosa: vuol dire inquinamento più basso della media, qualità della vita molto alta. Però nel mondo economico-produttivo e non solo bisogna fare spazio ai giovani. Restare in carica fino a un’età avanzatissima è un errore. Meglio restare buoni consiglieri. Nel nostro Cda la concentrazione di giovani è alta e senza alcuna distinzione di trattamento tra uomini e donne. Eta media, 37 anni».
Veniamo alle infrastrutture «Non penso affatto che siano antiquate. Abbiamo aeroporti a un’ora e mezzo di macchina: Roma o Firenze. Al contempo riusciamo a difendere la nostra spiritualità. Le città invase dai turisti patiscono. Il Pil dell’Umbria è fatto per il 3% da turismo. Possiamo crescere, sì, fino al 6, 7% ma il resto è impresa manifatturiera».
Dove batte il cuore dell’Umbria? «Nella sua gente perbene, fiera della sua cultura e dei suoi saperi. Nella dignità e nella capacità di accogliere. Pericle diceva: qui ad Atene facciamo così, è per questo che la nostra città è aperta al mondo. Noi non cacciamo mai uno straniero...».
Vede il pericolo cinese? «No, l’800 è stato il secolo dell’Europa. Il 900 quello dell’America. Il secolo attuale sarà quello della Cina ma l’Europa conserverà sempre il suo fascino. Non basta istruire, bisogna educare. Questo è l’ambito nel quale dobbiamo tornare a investire senza dimenticare che da sempre siamo i più bravi a intercettare la non linearità delle cose».
Il Papa ad Assisi promuove un grande vento per ripensare l’economia . «Grandioso. Investire sulla dignità. C’è bisogno di un capitalismo diverso come dice il mio amico Marc Benioff a capo di uno dei colossi della Silicon Valley».
Cosa gli racconta dell’Umbria? «Che è un posto dove si vive bene. In questi borghi non manca nulla, siamo connessi. Aperti al confronto civile, il solo da cui possono nascere buone idee».
A quando il prossimo incontro con Bezos e Benioff? «Con Marc andremo dal Papa l’11 novembre. Da Jeff sarò l’anno prossimo in Texas». © RIPRODUZIONE RISERVATA