Botte perché convertito. Le versioni a confronto

Gli investigatori contestano l’aggravante della discriminazione religiosa. Gli arrestati si difendono sostenendo l’ubriachezza “molesta“ della vittima.

Versioni a confronto per far luce sugli episodi di cui un 28enne tunisino sarebbe rimasto vittima lo scorso novembre, a Ponte San Giovanni, e per i quali tre suoi connazionali sono stati arrestati su richiesta della Procura della Repubblica di Perugia. Picchiato perché aveva intrapreso un percorso di conversione verso il cristianesimo, picchiato perché si era rifiutato di ritirare la prima denuncia che aveva sporto non appena era riuscito a liberarsi dalla violenza dei suoi aggressori, che lo avevano preso a calci e pugni davanti a un bar nel quale non lo avevano voluto far entrare. Questa la versione della vittima.

Un ubriaco che aveva dato in escandescenze perché voleva entrare a tutti i costi nel locale dove era in corso una festa privata e non era possibile accogliere altri clienti è, invece, secondo quanto ricostruito, che uno degli indagati avrebbe fatto agli investigatori. Una ricostruzione diametralmente opposta alla quale il gip, che ha accordato le richieste della pubblica accusa, non ha al momento creduto, disponendo la misura cautelare in carcere per i tre. Una versione che potrà essere ribadita e, quindi riscontrata nelle prossime fasi delle indagini che passano per l’udienza di convalida che si svolgerà nei prossimi giorni. Le denunciate aggressioni risalgono allo scorso novembre. A conclusione delle indagini, le misure cautelari che sono state eseguite quando la presunta vittima si trovava fuori Perugia con la famiglia per la quale lavora da quando è arrivato a Perugia, dopo aver vissuto a lungo in Francia.

Luca Fiorucci