
Baskin a Passignano: canestro!. L’inclusione punta molto in alto
Determinazione e fortuna si sono felicemente associate a Passignano sul Trasimeno nell’avvio di un innovativo progetto. L’ASD Trasimeno Flippers si è posta l’ardua sfida di “mettere in atto qualcosa di concreto per i ragazzi, utilizzando lo sport come motore di aggregazione e aprendo nuove vie all’Inclusione”. Da questa volontà, come ha spiegato il Presidente Stefano Rossi, è nata l’idea del Baskin, che con un pizzico di fortuna è diventata realtà a settembre 2023, grazie al trasferimento in Umbria di Vincenzo Macchini, delegato regionale EISI Lazio e formatore nazionale Baskin. Le famiglie del territorio hanno aderito ben volentieri all’iniziativa, vedendovi un’opportunità di crescita per tutti i loro ragazzi. “Baskin”, connubio di “Basket” e “Inclusione”: ideato a Cremona nel 2001 da Antonio Bodini, padre di una ragazza con disabilità, e Fausto Capellini, insegnante di Motoria, il Baskin trae origine dalla pallacanestro, che più di altri sport riesce a coinvolgere persone con disabilità, poiché puntando “verso il cielo”, come osserva il noto allenatore Calamai, cambia postura e prospettiva di ragazzi per lo più chiusi verso l’esterno.
Il Baskin, mantenendo la struttura del Basket, ha dieci regole adattate così che possano giocare nella stessa squadra persone con e senza disabilità, maschi e femmine, atleti con molta o poca esperienza. Riguardo ai due geniali pionieri, Vincenzo Macchini osserva come “con lo studio si possano aprire possibilità che a prim’occhio non si vedono”: dopo una serie di tentativi, i cofondatori posizionano due canestri da minibasket ai lati del campo, così da raddoppiare lo spazio d’azione e organizzare cinque diversi ruoli, che consentono a tutti di partecipare e dare il massimo in base alle proprie capacità, rendendo il gioco equilibrato, dinamico e imprevedibile.
Come afferma l’allenatore Enzo, “lo sport inclusivo nasce per adattarsi alle persone; questa è la grande rivoluzione culturale! In campo non esiste la disabilità, ma solo la persona che, valorizzata nelle sue capacità, diventa parte e artefice della squadra. Tutti sono determinanti, interagiscono nel gioco ed hanno la possibilità di fare canestro, contribuendo al successo comune; l’importante non è tanto vincere quanto crescere sportivamente ed umanamente!”. Con il Baskin si assiste ad uno spettacolo di rara bellezza, in cui le strade dei ragazzi comuni e di quelli speciali non sono più parallele, ma si incrociano puntando al canestro più alto: quello della Vita!