Baby gang, anche il quarto in comunità

Terrorizzavano i coetanei rapinandoli di soldi e cellulari. Sono almeno nove gli episodi che vengono contestati

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di Luca Fiorucci

La Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni ritiene di aver chiuso il cerchio sulla baby gang che, la scorsa estate, ha seminato il panico tra i giovanissimi. Rapine, minacce, estorsioni a danni di giovanissimi, consumate nell’acropoli o nei centri commerciali della città. Almeno 9 gli episodi attribuiti al gruppetto, composto interamente da minorenni. Dal 30 giugno al 18 luglio, i quattro avrebbero sistematicamente colpito le loro vittime secondo una modalità ritenuta consolidata. Una scusa per fermare il malcapitato, poi la minaccia, spesso resa più concreta dall’esibizione di un coltello. "Sgancia e sta’ zitto". Così per 9 volte, come detto: soldi, cellulari, qualsiasi cosa di valore potessero racimolare. Per un totale di 500 euro.

A un ragazzo a cui avevano preso il cellulare, sempre secondo la ricostruzione della Procura per i minorenni che ha coordinato le indagini della squadra mobile della questura, l’avrebbero spiegata in modo abbastanza diretto: "Rivuoi il cellulare? Paga". Per questo, tra le contestazioni figura anche l’ipotesi di estorsione. Il gruppo, almeno tre dei quattro presunti componenti, sono stati individuati lo scorso novembre, quando nei loro confronti il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza con la quale è stato disposto il loro collocamento in una comunità. Nel frattempo sono proseguite le indagini per individuare il quarto presunto componente della baby gang. A supporto delle indagini, le immagini delle telecamere di sicurezza, in particolare i filmati degli impianti dei centri commerciali, ma anche le testimonianze delle vittime e di chi si è trovato a essere spettatore degli episodi. Nei giorni scorsi, gli investigatori della squadra Mobile, diretta da Gianluca Boiano, hanno eseguito il provvedimento per quello che è ritenuto l’ultimo componente del “branco“.

Anche per lui, 17 anni, è stata disposta la collocazione in una comunità. Con l’esigenza, come sottolinea il procuratore capo per i minorenni Flaminio Monteleone, oltre che di porre fine agli episodi di violenza, anche di avviare un percorso di recupero anche del quarto minorenne. La rapida sequenza degli episodi, la spregiudicatezza, l’utilizzo del coltello: tutti elementi che avevano creato un forte stato di allarme sul fronte della sicurezza. Allarme a cui la conclusione dell’attività investigativa sembrerebbe aver posto fine.