
"Perché il fatto non sussiste". Assolto dalla Corte d’Appello di Perugia l’ex assessore comunale al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi, che in primo grado era stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta ’ Spada bis’. Turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente le accuse che gli venivano contestate fin da 2017, ma dalle quali è stato dichiarato ora estraneo, in relazione all’affidamento di alcuni incarichi di consulenza da parte di società partecipate dal Comune al commercialista riminese Roberto Camporesi. Anche lui, condannato in primo grado, è stato assolto in appello con la stessa formula di Piacenti D’Ubaldi dopo che gli era stato inflitto un anno di reclusione per concorso negli stessi reati. ’Spada bis’, insomma, fa lo stesso flop dell’inchiesta Spada: l’indagine sugli appalti comunali conclusa con l’assoluzione piena dell’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo (che fu costretto agli arresti domiciliari per 21 giorni) e di un’altra ventina di ex amministratori. L’ex assessore al bilancio e il commercialista erano stati condannati in primo grado anche a 30mila euro ciascuno di risarcimento per danni all’immagine del Comune: altro provvedimento ora spazzato via dalle assoluzioni. "Aspettiamo le motivazioni della sentenza ma la formula assolutoria adottata dalla Corte d’appello conferma la liceità della procedura. Così come testimonia che non ci sono state collusioni o condizionamenti" sottolinea l’avvocato Attilio Biancifiori, difensore di Piacenti D’Ubaldi con il collega Gianluca Luongo. ll processo aveva già visto l’assoluzione dell’ex dirigente comunale Maurizio Galli. Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 la Procura di Terni aprì i due filoni dell’inchiesta Spada: il primo, più grande, sugli appalti comunali e il secondo, appunto, sulle consulenze attivate dall’assessore al bilancio. Un autentico terremoto giudiziario che si abbattè sulla Giunta dell’epoca, già alle prese con l’altra inchiesta della Procura sullo smaltimento del percolato nella discarica di Valle: tutti assolti, anche in quel caso. A D’Ubaldi in particolare erano state contestate consulenze affidate al professionista riminese per società in house del Comune, senza selezioni pubbliche. Una delle linene difensive è stata che si trattava di incarichi “sotto soglia“, quindi con legittimo affidamento diretto. "E’ stato riconosciuto il corretto agire amministrativo di quella Giunta – continua l’avvocato Biancifiori, già difensore dell’ex sindaco Di Girolamo – rispetto a quello che era stato prefigurato dalla Procura come un sistema diffuso d’illegalità".
Stefano Cinaglia