Ha vissuto molta parte della vita in carcere. Quasi settantenne, è dietro le sbarre perché ex camorrista. Quando è entrato in cella era uomo, ora giuridicamente è donna. E questa situazione sta creando non poca tensione a Capanne. La trasformazione fisica, seppure auspicata, non è completata e lei ora è associata alla sezione femminile. Ma, come detto, i problemi non mancano. Tanto da rendere necessario l’intervento del Garante dei detenuti della Regione Umbria, l’avvocato Giuseppe Caforio.
"Auspichiamo che presto si provveda al trasferimento in una struttura più grande, che consenta di gestire al meglio la situazione", sottolinea il Garante. Anche perché l’ospedale di Perugia non sarebbe attrezzato per il cambio di sesso come invece accade a Bologna. Lei, essendo biologicamente uomo, al suo arrivo nella sezione femminile ha generato, spiega l’avvocato Caforio, "una durissima reazione delle altre detenute che si sono per altro divise tra chi la osteggia e chi invece, anche per ragioni sessuali, l’avvicina".
Nella sezione maschile, invece, la detenuta era esposta a aggressioni non sono verbali. Lei stessa, poi, non ha voluto essere associata alla sezione trans, in quanto donna. Il problema, sottolinea il Garante, è che "vive da sola, anche con problemi di socialità e ha difficoltà a vedere completamente assicurati i suoi diritti, quelli più normali, come accade a qualsiasi detenuto". L’obiettivo, quindi, come richiesto anche dalla direzione del carcere, è che "la detenuta sia inviata in contesti carcerari più ampi dove forse è possibile gestire con maggiore tranquillità per tutti situazioni di questo genere".
AnnA