PASSIGNANO – Le tavole da surf riunite in cerchio, gli amici dell’Elba che si tengono per mano, mentre un silenzio surreale li circonda, e la tavola di Paolo al centro di quell’ultimo saluto che ha il sapore della libertà. E’ il rito laico che gli amici hanno dedicato a Paolo Posta, il 48enne imprenditore di Passignano sul Trasimeno che si è spento improvvisamente nella notte tra sabato e domenica nella sua casa a Marina di Campo. Ieri, dopo il rientro in Umbria, il feretro è stato accolto da centinaia di persone nella chiesa della Madonna dell’Oliveto. Toccante il ricordo del nipote Mattia, pronunciate dopo il rito funebre, per ricordare lo zio Paolo, "il bel ragazzo allegro, quello che non ha mai negato un sorriso a nessuno (e che sorriso!), quello che quando c’era si sentiva e quando non c’era anche. Il classico tipo di persona che riusciva a stare bene ovunque e con chiunque si trovasse (...). Zio era una persona che viveva per le emozioni e vedere tutte queste care persone qui per lui, tante addirittura venute da molto lontano anche solo per dargli un ultimo saluto, mi fa capire che di emozioni ne ha fatte provare, ma che soprattutto ha lasciato un ricordo positivo ed indelebile nella testa e nel cuore di tutti". Una manifestazione di cordoglio cittadino che ha visto la presenza delle istituzioni e la rappresentanza di tutto il mondo del turismo al Trasimeno, compresi i vertici dell’Urat di cui la famiglia Posta è stata tra i fondatori. Da sempre gestori di campeggi al Trasimeno e poi l’avventura all’Isola d’Elba, portata avanti proprio da Paolo. Un viaggiatore, un surfista bello e sorridente, un ragazzo che girato il mondo aveva scelto il mare e sempre le sue radici: l’amore sviscerato per la mamma Anna e il papà Tonino, la gioia per veder crescere la terza generazione dei ragazzi, figli suoi e del fratello Bruno, l’unica forza che resta oggi in mezzo a questo immenso dolore.
CronacaAnche le tavole da surf in cerchio per l’ultimo saluto a Paolo Posta