
Un grandioso spettacolo corale, un unico, immenso ricordo collettivo in forma di racconto corale che domani sera coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa. Nel giorno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont (era il 9 ottobre 1963), domani alle 21 al Morlacchi il Teatro Stabile dell’Umbria e Fontemaggiore si uniscono al Comitato promotore “La Fabbrica del Mondo“ per un grande ricordo collettivo con un proprio allestimento di “VajontS“. La prima parte dello spettacolo (già sold out da giorni) sarà a cura di Fontemaggiore e Scuola di Teatro Mutazioni diretta da Beatrice Ripoli e Valentina Renzulli, la seconda parte verrà realzzata da Inc innprogresscollective e la terza parte dal Laboratorio Teatrale Universitario promosso dall’Università di Perugia e diretto da Vittoria Corallo. All’evento in tutta Italia partecipano grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale dei teatri e spettatori arruolati come lettori. E tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga. “VajontS“ è un progetto di Marco Paolini (nella foto) che alla tragedia del Vajont ha dedicato nel 1993 un celeberrimo monologo teatrale. E’ lui che nei mesi scorsi ha chiamato a raccolta il teatro italiano. "I terremoti non sono ancora prevedibili, le alluvioni lo sono di più, come la siccità – spiega –. Non è difficile immaginare che ci saranno altre emergenze. E allora accanto alla Protezione Civile, ci serve una Prevenzione Civile. Un evento corale può dare sentimento al coraggio di affrontare la sfida delle conseguenze del riscaldamento climatico. Può dare sentimento alla ragione e alla saggezza di scegliere gli interventi da fare in base a un principio di tutela della vita, della salute, del bene comune, di riduzione del rischio".