Alex, condanna ridotta alla mamma. La difesa: "Incapacità totale di mente"

La Corte d’Appello esclude la premeditazione: 16 anni per Katalin Bradacs. L’avvocato Maori: "Ci troviamo di fronte a una imputata disturbata". Nei mesi di detenzione ha ammesso di aver ucciso il figlioletto.

Alex, condanna ridotta alla mamma. La difesa: "Incapacità totale di mente"

Alex, condanna ridotta alla mamma. La difesa: "Incapacità totale di mente"

"Ci troviamo difronte a una imputata disturbata mentalmente. Sono stati sentiti ben otto professionisti nel corso del primo grado, i quali tutti indistintamente hanno detto che si trattava di una incapacità totale di mente". Così l’avvocato difensore Luca Maori ha commentato la sentenza della Corte d’Appello di Perugia che ha confermato la condanna di Katalin Bradacs per l’omicidio volontario del figlio Alex di appena due anni avvenuto il 1° ottobre 2021 a Po’ Bandino di Città della Pieve. Escludendo l’aggravante della premeditazione hanno ridotto la pena della ex ballerina ungherese, da 20 a 16 anni di carcere, disponendo che Bradacs dovrà essere collocata per almeno tre anni in una casa di cura e custodia in carcere, così come era già stato stabilito nella sentenza di primo grado. "Quindi io non sono contento – ha proseguito il difensore – perché forse si sarebbe dovuta trovare una soluzione diversa: curare il soggetto e impedire che possano avvenire successivamente dei fatti così gravi". Katalin, segnata da una vita difficile, era depressa e soffriva di un disturbo della personalità, questo era emerso nel processo di primo grado. Ha ammesso nei mesi di detenzione di avere ucciso il bambino, spinta ha sostenuto - "da una visione che le imponeva di farlo", sebbene "ricordando solo il primo fendente sferrato al collo. Poi il buio", ma il vizio parziale di mente riconosciuto alla 45enne ungherese non era bastato a farla dichiarare non processabile e, se pure considerato prevalente sull’aggravante, il giudice aveva ritenuto valida anche l’accusa di premeditazione delitto, ora esclusa.

Di quanto avvenuto nella piccola frazione al confine tra Umbria e Toscana, dove la donna era arrivata chiedendo ospitalità ad un suo conoscente di Chiusi, resterà per sempre impresso il gesto della ex ballerina ungherese che adagiò il cadavere del figlio sul nastro trasportare di un supermercato, tentando di far credere che il piccolo fosse stato investito nel parcheggio da un’auto in manovra. Poco prima - hanno dimostrato le indagini e stabilito due sentenze - lo aveva ucciso con sette coltellate. Ieri nel corso dell’udienza la donna ha chiesto di parlare e come aveva già fatto in passato ha criticato le condizioni di vita nel carcere. Per Norbert Juhasz, papà del piccolo Alex, la conferma di una condanna-bis dell’ex compagna scaccia via il timore che il delitto di suo figlio resti impunito.

Sara Minciaroni