Accolta dalla Corte d’assise d’appello di Perugia, la richiesta della procura di una perizia su alcune intercettazioni "chiave" che nel 2015 fecero riaprire il caso sul delitto di Roberto Provenzano, il muratore originario di Catanzaro freddato con un colpo di pistola alla tempia il 28 maggio del 2005 all’interno del suo appartamento di Ponte Felcino. Erano stati i pm Giuseppe Petrazzini e Gemma Miliani a chiedere in via istruttoria alla Corte che venisse disposta la trascrizione a mezzo perito delle conversazioni intercettate (sottoposte al vaglio del Gup) e di riformare la sentenza di assoluzione emessa nel 2018 per Giuseppe Affatato, Vincenzo Bartolo, Salvatore Papaianni e Antonio Procopio. Individuati dalla procura quali presunti mandanti e complici dell’omicidio e assolti in sede di udienza preliminare. Il cugino di Antonio, Gregorio Procopio, fu inizialmente inquisito quale esecutore materiale del delitto, ma infine assolto in via definitiva con la pronuncia in Cassazione. Per i magistrati c’è una "porzione indeterminata" di conversazioni ambientali che il Gup "ha ritenuto di dover eliminare ritenendole non comprensibili", è scritto nell’atto d’appello. "Posto che trattasi di intercettazioni ambientali all’interno di un mezzo in movimento e relative a colloquio fra soggetti che si esprimono in dialetto calabrese". L’udienza di ieri mattina è stata rinviata al 28 ottobre per il conferimento incarico al perito fonico.
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