
Addio frate Sergio, il dj missionario Dalla discoteca ai villaggi in Bolivia
Dal 2006, anno della sua ordinazione, era per tutti Frate Sergio, ma fino ad allora aveva fatto divertire generazioni di altotiberini con la sua musica, l’indimenticabile "Dj Cibotta". L’Altotevere piange un personaggio unico nel suo genere: è morto in queste ore all’ospedale di Perugia a seguito di una malattia fra Sergio Merendelli dell’Ordine dei Frati Cappuccini. Originario di San Giustino, aveva 81 anni e i sessantenni di oggi lo ricordano dietro la consolle come dj prima al dancing "La Mela" di Sansepolcro, poi al Clover Club di Lama.
E’ stato arbitro di pallavolo e giornalista pubblicista, fu tra i fondatori del Club Melisciano, tra i primi speaker di Radio Valtiberina, collaborò poi anche con alcune emittenti locali, fu inoltre direttore di Radio Tiber Sound. A fine anni ’80 dopo un viaggio in Bolivia si apre in lui la volontà di diventare missionario e di avvicinarsi alla fede. Si licenzia dalla Nardi dove lavorava e va a fare il missionario: insegna ai giovani della Bolivia a fare la pizza. Dieci anni di missioni in prima linea, poi il ritorno in Italia per prendere i voti.
A quasi 60 anni si rimette a studiare: il 30 settembre del 2006 - a 65 anni appena compiuti - Merendelli diventa un religioso, Frate Sergio, Cappuccino, con investitura nel suo paese, nella chiesa di San Giustino dove venne battezzato da bambino. Prenderà poi servizio coi frati del santuario della Madonna di Belvedere a Città di Castello, successivamente a Perugia. Poi la malattia che lo ha portato alla morte.
Oggi alle ore 15, nella chiesa arcipretale di San Giustino si svolgeranno i funerali (la salma arriverà intorno alle ore 12). Appresa la notizia della scomparsa di Sergio Merendelli, i sindaci di San Giustino, Paolo Fratini e di Città di Castello, Luca Secondi, hanno formulato alla famiglia e alla comunità religiosa le più sentite condoglianze. "Sergio è stato un personaggio poliedrico, dal grande cuore che ha caratterizzato la sua vita sempre con il pensiero verso il prossimo in tutti gli ambiti dove ha operato fino a quello religioso nell’ordine dei frati cappuccini in maniera concreta e in prima linea in numerose Missioni in Sud America. Il suo insegnamento ed il suo agire quotidiano dovranno essere per tutti noi motivo di orgoglio e guida per il futuro", hanno concluso Fratini e Secondi. Alla famiglia le condoglianze anche da parte de La Nazione.