
Ci ha lasciato Mario Bellucci, grande perugino, uomo di cultura, profonda saggezza, inesauribile dirittura morale. Rimpianto e dolore per un’assenza pesante d’ora in poi attenuata solo dal ricordo. Aveva proseguito nel solco di un’eredità straordinaria, quella di una famiglia storica segnata da civiltà di modi, fierezza, partecipazione appassionata e continua: da Sebastiano farmacista mazziniano in Corso di Porta Romana, oggi Corso Cavour, ai tre figli Terzo, Gaspare e Giuseppe, ordinario di Chimica inorganica, preside dell’ateneo, archeologo, scrittore, collezionista di cose preistoriche e di oltre diecimila amuleti. E di seguito Bruno, radiologo di fama, per arrivare a Mario.
Non facile riassumere ciò che è stato per la città, con un affetto portato in primo piano dall’intelligenza. Ecco, così si vuol rammentare una figura simile, facendo ricorso a quel che ha prodotto e combattuto nei decenni scorsi. Un elenco ovviamente selezionato: e dunque è stato presidente della San Martino con decisivo contributo alla nuova struttura per gli anziani (cosa che lo inorgogliva moltissimo), presidente dell’Accademia di Belle Arti in tempi non facili ma guidati da forza e serenità, e di Italia Nostra con a fianco Pietro Scarpellini contro la cementificazione selvaggia. E ancora si sottolineano la docenza in radiologia a Veterinaria e la nascita della Volumnia, nel 1968. Una casa editrice meravigliosa, con la scopo di esaltare e diffondere la genialità umbra, le orme di pensiero, gli studi, le evasioni letterarie, i sogni scesi sulle pagine svolazzanti. Cordoglio vivo e sincero viene espresso dal sindaco Romizi e dall’amministrazione comunale per la scomparsa di una persona tanto brillante e acuta, anche sotto il profilo scientifico con la realizzazione di oltre cento pubblicazioni.
Resta solo il silenzio, ora, per una perdita che colpisce tutti. Il pensiero, colmo di affetto, va a Donna Angiola, ai figli Andrea e Brunella, al nipote Daniele Lupattelli che sa regolare la rotta della Volumnia con bellissimo ardore.